Sassano: Nunzia e Loreto, un rispettoso silenzio

Sulla tragedia che ha sconvolto Sassano Roberto De Luca commenta

 

Aldo Bianchini

Sono passate soltanto poche settimane dalla morte dei giovanissimi Nunzia Rinaldi e Loreto Pippa che già l’eco sulle immense responsabilità di quel disastroso incidente stradale incomincia a spegnersi nell’oblio del tempo. A ravvivare il ricordo dei due ragazzi ci prova il dr. Roberto De Luca, cittadino di Sassano e responsabile della sezione Codacons del Vallo di Diano. Lo fa con una lettera appassionata e piena di sentimenti, lettera che pubblichiamo integralmente: “Ho taciuto, pur essendo un Sassanese loquace, dopo la tragica scomparsa di Nunzia e Loreto nell’incidente stradale in cui è stata anche coinvolta l’automobile guidata da un dottore della guardia medica del posto. Ho taciuto, non per indifferenza, ma per rispetto nei confronti di due giovani vite spezzate e nei confronti del dolore dei familiari. Ho taciuto per il rispetto che provo nei confronti delle istituzioni che stanno svolgendo il delicato compito della ricostruzione dei fatti. E rivendico, con questo scritto, il mio silenzio. A giorni dall’evento, tuttavia, noto un fatto inusuale: un numero elevato di commenti da parte di miei concittadini sul sito www.dentrosalerno.it ad una precisazione fatta dal legale del dottore coinvolto nell’incidente in cui hanno perso la vita Nunzia e Loreto. In questa breve dichiarazione, pubblicata come un regolare articolo, il legale in questione, l’Avv. Angelo Cennamo, che è solito esporre sullo stesso sito web sue tesi su temi d’interesse nazionale, ha affermato che alla guida dell’auto che trasportava i due ragazzi al momento dell’incidente vi era Loreto. Il particolare potrebbe non essere di poco conto per la difesa giacché, per quanto risulta dalla stessa nota dell’Avv. Cennamo, Loreto era sprovvisto della patente di guida. I toni accesi dei commenti allo scritto e il numero elevato degli stessi hanno destato in me qualche preoccupazione, principalmente per due ragioni. La prima ragione è che avrei preferito che i miei concittadini avessero aspettato l’esito delle indagini e il successivo processo con la calma che si addice a una comunità che ha visto scomparire così tragicamente un progetto di vita comune. Al funerale, in chiesa a Monte San Giacomo, ho ascoltato le parole di Mons. Spinillo e ho riflettuto su di esse. Forse dovremmo sentirci un po’ tutti responsabili di questo evento, ho pensato. E così ho trovato i toni e i modi con i quali si commentava la nota dell’Avv. Cennamo non consoni al momento del dolore, che oggi è principalmente delle famiglie di Nunzia e Loreto, ma anche di due comunità, quella di Sassano e quella di Monte San Giacomo, che nel giorno dei funerali si sono ritrovate a piangere insieme. Ho sentito, come cittadino di Sassano, la responsabilità del modo in cui sono state fatte alcune accuse: una violenza verbale, che mai mi era capitata di intercettare localmente, si manifestava, in forme forse volutamente sgrammaticate, su di un sito web molto frequentato. La seconda ragione è stata il veder comparire un “botta e risposta” tra l’avv. Cennamo e Laura, forse una giovane frequentatrice del sito, forse di Sassano, forse no. Ebbene, ho provato un brivido quando ho letto quanto segue.  “Che alla guida della Panda ci fosse il Sig. Loreto Pippa non lo dice nè il Dott. D’Angelo nè il sottoscritto. Lo dicono i Carabinieri” (Avv. Angelo Cennamo- 12 Febbraio 2011 alle 11:37).  “Mamma che bugiardi sti Carabinieri..io ero presente e ho visto..come fanno a dire che alla guida ci stava Loreto? Poveri noi!” (Laura – 12 Febbraio 2011 alle 19:48). Si riporta direttamente dal sito senza cambiare nulla. E perché questo brivido? Ebbene, se una persona è indotta a pensare che non ci si possa più fidare neanche delle istituzioni preposte alla tutela della sicurezza dei cittadini, allora vuol dire che qualcosa di veramente profondo sta sconvolgendo il nostro vivere quotidiano. Questi dubbi dovrebbero essere tenuti davvero molto distanti dalle nostre menti, se non vogliamo rinunciare a vivere in una società di regole certe, di doveri e di diritti: una società giusta, dove le persone si giudicano dal comportamento e dall’indole e non già dall’appartenenza ad una categoria sociale. Quell’esclamazione “Poveri noi!” non è poi sconvolgente? Laura pensa forse che ormai siamo sprofondati in un baratro dal quale non riusciremo più a uscire? Ma ecco che, alla disperazione di Laura io vorrei contrapporre una speranza. E la speranza è che, con sacrificio e abnegazione da parte di tutti, sapremo crescere come collettività nel rispetto delle regole e delle persone. E infine, già nell’affermare che non è poi così difficile considerare ogni singolo membro della nostra società come un portatore di diritti e un custode di sentimenti inviolabili, si può prevedere che il percorso comune che ci aspetta non sarà poi così lungo. Pertanto, se riusciremo a coltivare questa speranza e sapremo superare insieme questo momento (drammatico in molti sensi) con dignità, Laura potrà avere un motivo per ricredersi e noi tutti (Laura compresa) potremo ancora continuare a sperare in una buona società”. Ma che cosa hanno scritto “sti Carabinieri” (come scrive Laura sul nostro quotidiano) ovvero che cosa realmente è stato scritto nel verbale giudiziario redatto alle ore 23.00 del 2 febbraio 2011 presso il comando dei Carabinieri di Sala Consilina al momento dell’arresto del medico D’Angelo accusato al momento di duplice omicidio colposo. Lo sveleremo nella prossima puntata di questa inchiesta, nell’attesa dell’imminente udienza dinnanzi al “tribunale del riesame” che dovrà esaminare e decidere sull’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa del medico incriminato. Alla prossima.