Atena Lucana: Centrale Biomassa e cittadinanzattiva

Precisazioni di cittadinanzattiva sul nostro intervento nella vicenda della centrale contestata

 Aldo Bianchini

La sig.ra Maddalena Robustelli, a nome del Comitato Spontaneo di Cittadini del Vallo di Diano per la tutela della salute ci scrive per alcune precisazioni sulla complicata vicenda della centrale a biomassa di Atena Lucana. Volentieri pubblichiamo l’intera lettera indirizzata al sottoscritto: “”A nome del Codacons e di Cittadinanzattiva mi preme farle rilevare delle imprecisioni rispetto alla forma ed al merito dell’articolo di commento al comunicato inviato ad Altrodiano per spiegare le ragioni del ricorso al Tar di Salerno, avverso un decreto dirigenziale della Regione Campania che concedeva alla società autorizzata la riapertura dei termini per l’ultimazione dei lavori di costruzione della centrale a biomassa di Atena Lucana. Per ciò che attiene alle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere, l’operazione definita “Biopower” non determinò “ improbabili infiltrazioni malavitose”, come lei sostiene, ma, al contrario, “ la complessa attività investigativa del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta ha consentito di smascherare un sodalizio criminoso che ha intessuto una fitta rete di rapporti di favoritismo e corruttela con funzionari ed amministratori pubblici”(fonte: comunicato stampa della suddetta procura, addì 28 aprile 2009). Faccio, pure, notare che dal comunicato si evince in maniera chiara che il solo gruppo politico “Sole e Terra”, minoranza nel consesso comunale di Atena Lucana, si é esposto pubblicamente contro la costruzione dell’impianto, in ciò supportato dai livelli provinciali e regionali di alcuni partiti di riferimento, quali Rifondazione comunista ed i Verdi. Entrando, poi, nel merito del suo articolo, vorrei farle notare che non vi è stata alcuna sospensione dell’autorizzazione a realizzare la centrale per esagerata dimensione della stessa, perché tale impianto era nel progetto iniziale di 49.9 Mw termici con 10 Mw elettrici e rimane attualmente di 49.9 Mw termici con 10 Mw elettrici. Per il tramite di internet può avere cognizione del decreto dirigenziale n. 496 del 21.10.2010, avverso il quale le associazioni ambientaliste suindicate hanno proposto ricorso al TAR per chiedere di annullare, previa sospensione, tale atto. Dall’esame di suddetto decreto potrà desumere che esso non è motivato da alcun ridimensionamento della centrale, ma da una semplice istanza fatta pervenire in Regione dalla Natural Energy, con la quale essa rinunciava al contributo in favore dei certificati verdi, molto più convenienti. Ritengo che tali precisazioni siano doverose, perché al di là del suo commento, più che legittimo, al comunicato, vi sono verità storiche ed elementi oggettivi che non consentono alcun tipo di interpretazione. Ci gratifica essere da lei definiti come coloro che “insistono e affondano”, perché nel silenzio fragoroso dei rappresentanti delle istituzioni pubbliche territoriali abbiamo la presunzione di ben interpretare col nostro impegno il motto presente in una delle risoluzioni UNESCO: <un Paese o una città si giudica da come sa gestire il proprio ambiente naturale>””. Su quest’ultima frase concordiamo perfettamente con la sig.ra Robustelli da sempre impegnata nel sociale e spesso in prima linea in battaglie di assoluto valore sociale. Come sempre, però, in ogni vicenda del genere rimane un dubbio: “può una società civile, può la società di oggi, può la comunità di Atena Lucana rinunciare ad un sicuro veicolo economico soltanto per colpa di qualche malfattore o delinquente amministrativo, ammesso che questo tipo di veicolo non incida sulla salubrità dell’ambiente e sulla salute della gente?”. Le risposte sono tante e tutte soggettive, le correnti di pensiero ed anche scientifiche altrettanto.