Sanremo dell’Unità!

di Rita Occidente Lupo

Il protagonista dell’enorme prato verde, dove nascono speranze, con tanto di smoking: a parte la sua fedele chitarra, che continua a dargli quell’aria da perenne scanzonato. Presentatore in pectore della 61^ edizione della vetrina della canzone del mondo, con tanto di papillon e sorriso agonistico. Dal palco dell’Ariston, per le 150 candeline tricolori, Gianni Morandi, affiancato da  Belen Rodriguez, Elisabetta Canalis, Luca e Paolo, intratterrà il pubblico esigente, dal 15 al 19 febbraio. Lanciando big che hanno tastato già diverse volte  il  pubblico sanremese: 14 previsti per la serata clou del 17.  Tra ospiti doc, talent show, la novità di quest’anno. Volti vecchi e nuovi, ammantati di gossip per abiti e canzoni, di popolarità e d’inciuci. Sotto i riflettori della giuria mista o del verdetto demoscopico, che da qualche tempo si muove anche tra perplessità e disappunto. Standing ovation, ormai sempre più rare…Forse perché il Festival sembra un po’ annoiare per diverse sere. Stancare con la passerella del look e con le gag non sempre d’eccezione. Sanremo…è Sanremo continua ad enfatizzare più di qualcuno, che anche se non ancora incardinato nell’Olimpo dei vincitori, ritenta sapendo che il Festival permane comunque una vetrina doc. Un’ulteriore visibilità non soltanto ai suoi dischi, ma anche alla sua carriera artistica. Non si spiegherebbe diversamente la stravagante Bertè, coi suoi nastri nei capelli e la sua voce arrabbiata, sempre sulla cresta dell’onda né la Tatangelo, nel voler andar controcorrente. Del cantante “Del Sole”,  inossidabilmente legato alla sua Romina, in quel di Cellino, prima che alterne vicende, come la scomparsa della bellissima figlia Ylenia, segnassero il declino anche del suo menage familiare. La Power, con quella sua languida voce dell’intramontabile “Acqua di mare”, partner di diverse presenze con successo all’Ariston. Tenendo per mano il suo Al Bano, in quel motivo orecchiabile “Felicità”, ben premiato  e senza riscuotere le critiche, che invece hanno scortato recentemente più di qualche big. Forse, il pubblico, che negli anni ha mutato gusti, ma non tendenze, da Sanremo si attenderebbe questo nella festa dell’Unità: che non ci fossero i Povia di turno, a metter giù polemiche eutanasiche, ma coppie che alla Vianello e Sandrina, Al Bano e Romina, potessero ancora portare una ventata di serenità e d’allegria. Di unione familiare, anche nella carriera artistica. Di voglia di vivere dignitosamente, senza passar per letti politici o magioni, echeggianti Arcore. L’Italia, per il suo 150 compleanno, dalla vetrina di Sanremo, si attende tanto: la restituzione d’una dignità che, avendo crocifisso non solo eroi risorgimentali, ma tutti coloro che in massa hanno contribuito alla causa nazionale, oggi sussulterebbero dinanzi a veline improvvisate, escort a caccia di notorietà, saltimbanchi all’arrembaggio politico! Da Sanremo, cantando, ancora l’orgoglio d’esser italiani, per inchiodare l’attenzione mondiale non sui sexygate, ma sui valori, che ancora la culla vaticana per antonomasia, dovrebbe lanciare!

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