Nullità matrimoniali, Ratzinger frena!

 di Rita Occidente Lupo

Tempi duri per le nullità matrimoniali. Un tempo, la Sacra Rota, appannaggio solo di regnanti e di facoltosi. Di quanti cercavan di apparire immuni, dinanzi alla società ed all’altare, ricontraendo nuove nozze. E se Enrico VIII,  emblema protestante di come non siano stati solo i grandi, a poter chiedere ed ottenere che il vincolo sacramentale venisse, per il potere delle Chiavi, cancellato, altre storie fanno comprendere che adire così in alto, non sempre permissibile per ogni ceto e tasca. Infatti, sulle spese che la Chiesa imponeva, per istruire le cause di nullità matrimoniale, ancora fiumi d’inchiostro e kilometri di polemiche. Passando anche alla maldicenza. Millantando una “svendita” della stessa nullità al miglior offerente. Come a dire “Non tutti possono permettersi certi lussi. Anche di ricomparire “vergini” dinanzi a alla società. Ma da un po’ di tempo, pare che si stia assistendo ad un’inversione di rotta. Già con papa Wojtyla, l’invito al clero a vagliare in maniera maggiormente oculata i connubi da sottoporre al vaglio della signatura apostolica o della stessa Rota. A passare per i singoli Tribunali diocesani, solo dopo essere stati sufficientemente edotti anche dai rispettivi padri spirituali. Perché, chi decide di adire alla Rota, dovrebbe esser cristiano cattolico praticante! Alla luce della recente sentenza, emessa dalla corte di cassazione a Venezia, in base alla nullità impugnata da una signora nei giorni scorsi, Papa Ratzinger interviene con forza: evitare le ”ammissioni scontate al matrimonio, senza adeguata preparazione e un esame serio dei requisiti previsti per la sua celebrazione”, per evitare dichiarazioni di nullita’ sulla ”constatazione del fallimentare vincolo”. Al fine d’accentare l’ ”essenziale nel matrimonio”.

 

 

 

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