Teggiano: don Angelo super star

Ha destato clamore, approvazione e rimpianto la promozione ad Arcivescovo di Aversa

 Aldo Bianchini

Non aveva neppure cinquant’anni quando, la mattina del 18 marzo 2000, fu raggiunto telefonicamente dalla notizia della sua nomina a “vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro”. Fino  a quel momento era solito vestirsi da prete operaio per tener meglio fede alla nomea di “amico della classe operaia” e delle persone meno abbienti, da quel momento in poi decise di entrare appieno nel suo nuovo ed appagante ruolo, quello di Vescovo di una diocesi. Si racconta che a meravigliarsi, per prima, fu la sua dolce mamma che quasi sbandò alla vista del figlio sacerdote vestito veramente da sacerdote. Le rispose semplicemente che da quel giorno la sua era cambiata. Salì alla ribalta ufficiale nel corso del pomeriggio del 15 maggio 2000 quando si scomodarono diversi cardinali, con Giordano in testa, che giunsero nel palazzetto del Centro Sportivo Meridionale di San Rufo per incoronarlo vescovo. C’erano anche il suo predecessore monsingor Bruno Schettino (oggi arcivescovo di Capua e presidente della Cemi, grande amico di Giulio Andreotti) e l’arcivescovo metropolita di Salerno monsignor Gerardo Pierro. I due, Schettino e Pierro, sono stati i grandi sponsor di Angelo Spinillo; hanno fermamente creduto nelle sue indubbie qualità umane e pastorali e lo hanno accompagnato fino alla soglia dell’arcivescovado di Salerno. Anche la Curia romana sembrava orientata verso la scelta dell’uomo che conosce ed ama l’intero territorio salernitano, una scelta quasi dovuta, nel senso che tutta la vita vescovile di don Angelo era ed è stata assolutamente irreprensibile sotto ogni punto di vista. Con la sua affabilità ha conquistato ed affascinato intere generazioni di giovani, trascinante e moderato nelle sue omelie e nei suoi liberi pensieri che non ha mancato di esternare in ogni pubblica occasione, fermo difensore della fede e della cristianità, sempre, comunque e dovunque. Negli anni era diventato l’uomo forte, rispettato ed anche temuto nelle frequenti convocazioni dei vescovi provinciali nella curia metropolita. Qualcuno sostiene che “don Angelo” era diventato il vero e proprio delfino di mons. Pierro, tanto da farlo spingere fino al ruolo di estremo difensore di “don Gerardo” nelle intricate vicende della difficile situazione giudiziaria che ancora avvolge l’ex arcivescovo di Salerno. Quindi, in gergo civile, stiamo parlando di un uomo (prima ancora che di un sacerdote) assolutamente trasparente ed affidabile e, quindi, altrettanto assolutamente meritevole di scalare il soglio dell’arcivescovado tra i più importanti d’Italia. Se a questo si aggiunge la quasi pubblica sponsorizzazione di mons. Bruno Schettino, un prelato davvero potente nel mondo della chiesa, il gioco doveva essere quasi fatto. Ma allora che cosa è accaduto, visto e considerato che la nomina ad arcivescovo è si arrivata ma per la diocesi di Aversa in quanto nel frattempo e inaspettatamente a Salerno è giunto mons. Luigi Moretti che da noi non voleva proprio venire? Le correnti di pensiero sono tante e molto diverse l’una dall’altra. Quella più accreditata tenderebbe ad individuare nella difesa ad oltranza assunta da “don Angelo” a favore di Pierro la causa principale del cambiamento di rotta. In primo luogo per essere stato il primo firmatario della petizione a favore di “don Gerardo” dinnanzi al cardinale Sepe all’atto della congrega di tutti i vescovi della Campania.  In secondo luogo per la vicenda assai intricata del Tribunale Ecclesiastico di Salerno travolto da almeno due processi penali. Addirittura in questa brutta storia “don Angelo” avrebbe assunto il ruolo di “grande inquisitore” del  “grande inquisito” Pierro, con interrogatori di alcuni personaggi presso la sede vescovile di Teggiano, nell’estremo e pur comprensibile tentativo di difendere l’indifendibile. Poi tutto è crollato, l’arcivescovo metropolita è stato rinviato a giudizio, ed è cambiato l’orientamento generale della chiesa, da Napoli a Roma con la guerra tra i cardinali Sepe, Re, Martino ed altri. Da qui la decisione di inviare Moretti a Salerno e Spinillo ad Aversa. Un peccato, un vero peccato perché “don Angelo Spinillo” sarebbe stato il giusto “padre” della curia salernitana che è stata tanto scossa negli ultimi anni.

Un pensiero su “Teggiano: don Angelo super star

  1. Don Angelo sarà un buon Pastore per Aversa.Le sue doti di persona umile e forte conquisteranno tutti.A Salerno avrebbe sofferto molto……

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