Problemi in casa Fiat: Susanna Camusso contro Marchionne

Valentina Manzo

Sergio Marchionne, insulta ogni giorno il Paese: lo afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione introduttiva all’assemblea nazionale delle Camere del lavoro a Chianciano Terme, in provincia di Siena, accusando la Fiat di non rendere noti i dettagli del piano ‘Fabbrica Italia’. Se Fiat può tenere nascosto il piano – ha aggiunto – è anche perchè c’è un governo che non fa il suo lavoro ma è tifoso e promotore della riduzione dei diritti. Non si può confondere il cambiamento con un insulto all’Italia ha replicato dopo poco Marchionne. Stiamo cercando di cambiare una serie di relazioni che storicamente hanno guidato il sistema italiano. Il vero affetto è cercare di fare crescere le persone e farle crescere bene, stiamo cercando di farlo a livello industriale. Il fatto che sia un modo nuovo non lo metto in dubbio e nemmeno che sia dirompente perchè cambia il sistema delle relazioni storiche, ma che in questo si veda una mancanza di affetto verso l’Italia è ingiustificato. uno sforzo sovraumano, non lo farebbe nessun altro. La Fiat sbaglia tempo e sbaglia risposte e riduce i diritti dei lavoratori e la loro fiducia sulle prospettive, aveva aggiunto Camusso, sottolineando la debolezza industriale dell’azienda ed il mistero che continua a circondare il piano Fabbrica Italia. Questo governo è così tifoso che non ha il coraggio di vedere che quando l’amministratore delegato insulta ogni giorno il Paese non offende solo i cittadini e il Paese ma in realtà dice della qualità di governare e delle risposte che vengono date, risposte sbagliate. La Fiom e la Cgil devono stare dentro le fabbriche per costruire tutele, prospettive e posizioni, altrimenti diventiamo dipendenti non aiutati da altri, dipendenti dai tempi dei magistrati e cos si definisce un vuoto aveva spiegato ancora il segretario generale della Cgil intervenendo sulla esclusione del sindacato dopo l’accordo di Mirafiori ed in caso di vittoria dei s al referendum del 13 e 14 gennaio. Su questo dobbiamo continuare a riflettere; la domanda che poniamo alla Fiom è se questa è l’unica conclusione possibile. Noi pensiamo – aveva aggiunto Camusso – che il tema su cui ci vogliamo interrogare è come il giorno dopo l’esito della consultazione vediamo ed evitiamo le conseguenze di quell’accordo. Per me il cuore della contraddizione sta nei processi produttivi e se non si riparte da l si resta fuori, non si ricostruiscono le condizioni per ripartire e costruire un’altra storia e altre condizioni di lavoro. Sulla consultazione su Mirafiori di giovedì e venerdì prossimi il leader Cgil aveva precisato che un esito del referendum con i s non lo auspichiamo ma non lo possiamo escludere. Questo, aggiunge, come conseguenza porta anche l’esclusione della Fiom e della Cgil dalle fabbriche. Su questo dobbiamo continuare a riflettere. Camusso ha ribadito la necessità di sostenere e comprendere le ragioni del no. Non ci si può sottrarre dalla battaglia per il no, bisogna – prosegue il leader della Cgil riferendosi alle tute blu della Fiom – che loro sappiano che hanno il sostegno di tutta la loro organizzazione.