Salerno: storie di Santa Tecla, Archelaa e Susanna a San Giorgio

Archelaa (o Archelaide), Tecla, e Susanna sono un ciclo di affreschi della fine del ‘600 che si trova nella chiesa di San Giorgio a Salerno, e sono opera di Francesco Solimena. Gli furono commissionate intorno al 1675 e rappresentano uno dei primi suoi cicli pittorici importanti. A quell’epoca, si cercò di rendere le tre Sante co-patrone della città insieme a San Matteo: da qui la decisione di costruire, accanto alla navata sinistra della chiesa, un’elegante cappella, sontuosamente decorata, che potesse accoglierne degnamente le reliquie. A causa dei danni di guerra, ma soprattutto per via dell’incessante umidità di cui è permeata la cappella, le pitture sono state molto danneggiate: quelle sul soffitto sono scomparse, mentre quelle parietali sono state recentemente staccate dal muro per isolarle dall’acqua. Gli episodi principali del ciclo, tutti di grande formato, raffigurano un imprecisato miracolo delle Sante (reso quasi illeggibile per i danni causati dall’umido), il loro Martirio (che è l’episodio più conservato, nonché tecnicamente riuscito meglio) e L’apparizione alla Superiora del Convento. Questi affreschi sono la prova di maturità per il giovane Francesco Solimena che qui, per la prima volta, si distacca dal tardo manierismo del padre Angelo per rivolgersi al nuovo stile barocco, ed in particolare alle grandi composizioni ariose, luministiche e assai “teatrali” nelle posture, tipiche degli affreschi di Pietro da Cortona per i palazzi romani. Inoltre, vi è un netto recupero delle pitture dell’antica romanità: per quel che riguarda l’abbigliamento dei soldati romani, ed il recupero dei colori ocra e porpora.  L’opera fu sicuramente completata nel 1680 anno di dedicazione della cappella. Le spoglie mortali delle Sante si trovano in una botola sul lato destro del pavimento.

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  1. Ho corretto poco fa le poche imprecisioni presenti in questa pagina di Wikipedia in Wikipedia

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