Salerno: “La vocazione di Matteo” alla pinacoteca provinciale

“La vocazione di Matteo” è stato un tema trattato da molti artisti italiani e non.  Tra le più antiche opere  quella trecentesca  dell’ Orcagna e di Jacopo di Cione sul Trittico di S.Matteo agli Uffizi di Firenze.  Il più famoso dipinto, si sa, è quello del Caravaggio in S. Luigi dei Francesi a Roma, ma si cerchino in internet, con un buon motore di ricerca, le immagini relative all’espressione Vocazione di Matteo  ( ed anche in inglese The Calling of St. Matthew ) e si scoprirà quante opere d’arte di valenti artisti hanno per soggetto l’episodio. Quella del grande  Luca Giordano  che si ammira nella mostra La fortuna del Barocco Napoletano nel Veneto. Dipinti napoletani del Sei e Settecento dal Veneto, in atto nella Pinacoteca Provinciale di Palazzo Pinto in via Mercanti a Salerno ( mostra che si concluderà il  prossimo 30 Gennaio),  colpisce per la luminosità dei volti e delle figure in essa poste e per la penombra in cui  c’è il tavolo con le monete riscosse. Sotto un portico colonnato di una cittadina ebrea il pubblicano Matteo ha collocato il suo tavolo di esattore di tasse. Diventato apostolo ed evangelista, nel suo Vangelo  Matteo scriverà di essersi alzato dopo che Cristo gli disse  “ Seguimi”  mentr’era al suo tavolo di lavoro, per seguirlo ( Caravaggio infatti raffigura Matteo  seduto mentre viene chiamato), invece in Giordano lo si vede alzato mentre chiede a un Cristo che è al di là delle colonne del portico sotto il quale lui sta e che lo sta chiamando,  se ce l’ha   proprio con  lui.  Una sola di tutte le figure raffigurate, comprese quelle di Matteo e di Cristo, è di spalle (un giovane contribuente o un aiutante dell’esattore?), per cui si legge nel Catalogo della mostra curato dal prof. M.A.Pavone che “questa tela segna il definitivo distacco del Giordano dalle suggestioni degli esempi di Durer, dove trovavano risalto figure di spalle in primo piano caratterizzate da abiti di lusso”.  Due sono  gli attributi iconografici di Matteo evangelista quando viene raffigurato da solo: l’angelo e la prima pagina del suo vangelo con le prime parole: Liber generationis Iesu Christi . Cogliamo l’occasione per suggerire la correzione di due opere d’arte che presentano, l’evangelista da solo, l’una con attributo sbagliato, l’altra identificandolo con altro apostolo. La prima è la statua sulla facciata della Basilica di S.Trofimena a Minori in Costiera amalfitana che vedemmo, un po’ di tempo fa, rappresentare un S.Matteo con un toro, attributo invece dell’evangelista Luca ( il quale sempre sulla facciata della stessa Basilica ha l’attributo di S.Matteo, l’angelo), l’altra è un dipinto in esposizione permanente ( se non ricordiamo male del De Ribeira) che, sempre tempo fa, vedemmo nel Museo di Capodimonte a Napoli. Il targhettino che lo presentava ai visitatori diceva che raffigurava  l’apostolo Andrea. In realtà il fatto che nel dipinto l’uomo raffigurato porta in mano una pergamena con le parole Liber generationis Iesu Christi  lo avrebbe dovuto far identificare senz’alcun dubbio con S. Matteo. Lungi da noi intenti polemici ma solo amore per la precisione, chiediamo: costa molto, se non si è già provveduto, provvedere a queste correzioni?

Maria Rosaria Adinolfi