Vallo: sanità scoppiettante!!

Aldo Bianchini

Lo scontro è durissimo e senza esclusione di colpi. La quadra non c’è, la concertazione manco a dirlo e la buona sanità si allontana. Tutto a discapito solo e soltanto dell’utente. Basterebbe soltanto questo per far capire a tutti che il “problema sanità pubblica” nel Vallo di Diano è praticamente irrisolvibile, almeno se si continuerà su questo binario di scontri personalizzati che nulla hanno a che fare con la corretta e seria politica sanitaria territoriale. La colpa, probabilmente, sta tutta nel fatto che molti dei personaggi deputati a risollevare le sorti di un settore così vitale ed importante sono ormai personaggi che stanno sulla cresta dell’onda da moltissimi anni, per cui portano (anche senza volerlo) in prima fila vecchi e mai sopiti rancori di carattere personale sui quali scatenano scontri inverecondi senza pensare minimamente alla necessità di concertare le iniziative per addivenire a soluzioni partecipate e collegiali. Se non si capisce questo principio fondamentale è inutile continuare a riunirsi perché il rischio di dare numeri da avanspettacolo è penosamente concreto. Si avverte palpabile la necessità di un cambiamento, o meglio di un ricambio generazionale. Ma la gente, l’elettore medio probabilmente è sordo a questi appelli e quando va in cabina tira dritto verso il personaggio di comodo, salvo poi a lamentarsi quotidianamente dello sfascio che colpisce tutti. Detto questo sarebbe necessario che ognuno si assumesse le proprie responsabilità e cercasse di non far collassare ancora oltre i rapporti tra politica-dirigenti e operatori sanitari, rapporti che sono ormai ridotti ai minimi livelli. E’ umano che ognuno pensi al proprio orticello, ma questo sentimento deve necessariamente scomparire quando si parla di sanità pubblica. In tempi di recessione economica globale è naturale che qualcosa bisogna chiudere o ridimensionare ed è proprio in questa ottica che nessuno può più pensare soltanto al proprio orticello, peggio ancora se di potere. Ma chi deve fare per primo un passo indietro? Non spetta certamente al mondo dell’informazione dare una risposta, essa va cercata da chi è preposto nelle giuste sedi di confronto e di concertazione partendo dal presupposto che tutto può e deve essere messo in discussione. Il ragionamento di mantenere tutto così come è stato per il passato è un ragionamento che non porterà da nessuna parte e che faciliterà gli scontri di natura personale che, ripeto, non hanno nulla a che fare con il mondo della sanità, soprattutto quella pubblica. Il Vallo di Diano, per quanto attiene la sanità, è chiamato forse all’ultima prova di appello. Se in sede provinciale e regionale si presenterà diviso e frazionato in base ai diversi colori politici perderà per sempre la grande occasione di farsi ascoltare e rispettare come sarebbe giusto che fosse. L’animazione ed anche i contrasti che hanno animato la riunione di ieri mattina probabilmente  serviranno a qualcosa. Difatti dal tavolo della presidenza con l’on. Donato Pica in testa e con Nicola Pica, Rocco Giuliano, Sergio Annunziata, Antonio Calandriello e lo stesso direttore sanitario Nunzio Antonio Babino, è venuto fuori alla fine un intendimento comune: stilare un documento unico, condiviso da tutti i sindaci del Vallo, da presentare alla V Commissione Sanità della Regione presso la quale, fra pochi giorni, ci sarà l’audizione di Sergio Annunziata nella sua qualità di presidente del Comitato dei Sindaci incardinato nella ASL Unica provinciale. E’ una occasione dorata che non può essere vanificata a causa dei diversi punti di vista personali, anche perchè per questi ultimi c’è tutto il tempo di dibatterli e semmai normalizzarli nei prossimi mesi. Al momento, se si vuole salvare il salvabile, c’è bisogno di unità e di concertazione.