Il killer della sinistra

Angelo Cennamo

Sergio Marchionne, 59 anni, amministratore delegato della Fiat : è lui l’uomo dell’anno appena trascorso. Azzardare previsioni sul destino dell’industria automobilistica italiana non è cosa semplice; l’alto tasso di competitività esistente nel settore, colpito più di ogni altro dalla grave crisi internazionale, non invita all’ottimismo, ma la ristrutturazione aziendale avviata dal manager italo-canadese in questi mesi di sicuro segnerà un punto di non ritorno nella nuova era delle relazioni industriali. Prima di Marchionne la Fiat è vissuta sotto l’ala protettrice dello Stato italiano, che non ha esitato a “ripianare le perdite” di alcune produzioni notoriamente fallimentari, come quelle dello stabilimento di Termini Imerese. Le politiche di sostentamento di cui ha beneficiato il Lingotto nella lunga gestione Valletta, Agnelli, Romiti, avevano garantito all’allora classe operaia la certezza di un posto di lavoro a prova di bomba ( metafora perfettamente in linea con il clima che si respirava fuori dai cancelli di Mirafiori negli anni ’70, allorquando sfidare un sindacalista era peggio che avventurarsi in un saloon del vecchio west). Erano altri tempi : l’unico capitalismo possibile era quello di Stato, la concorrenza circoscritta a qualche auto europea – spesso con segmenti produttivi diversificati – le rottamazioni incentivavano le vendite, e l’Europa si faceva i fatti suoi. Ben diverso, invece, è stato il compito ereditato da Marchionne. Il calo vertiginoso delle vendite non poteva essere più arginato dagli aiuti dei governi e la globalizzazione imperante sui mercati imponeva la riscrittura di nuove regole. Non puoi sfidare la Cina con lo statuto dei lavoratori di Gino Giugni : questa la sintesi del Marchionne pensiero. E allora l’ad dal maglioncino nero, pur di evitare una dolorosa delocalizzazione dei centri produttivi, ha pensato bene di scompaginare tutto : nuova società e nuovi contratti di lavoro, più flessibili sì in termini di diritti, ma accompagnati da migliori salari, con aumenti fino a 3.700 euro l’anno. Il nuovo corso di Marchionne si è guadagnato il plauso di molti : associazioni imprenditoriali, la stampa liberale e finanche i sindacati più moderati hanno sostenuto il suo progetto che prevede investimenti milionari, a Pomigliano come a Mirafiori, e che consente a migliaia di operai di rimanere al loro posto. Ma, c’era da aspettarselo, ha messo in crisi una parte del Paese, quella meno incline al riformismo,  e che giudica un attentato alla costituzione qualunque deroga ai contratti collettivi di lavoro. La Fiom, l’ala più estrema ed ideologizzata del sindacalismo rosso, unitamente alla sinistra post comunista di Vendola e ad alcune schegge più conservatrici del Pd, si oppone strenuamente alla rivoluzione liberale di Marchionne. La contrasta appellandosi a quei diritti faticosamente conquistati dai movimenti sindacali nel secolo scorso, quando gli operai dovevano difendersi dallo sfruttamento dei padroni e tutelare la propria dignità di lavoratori. Ma stiamo parlando del ‘900, anni in cui se gli operai cinesi, che le auto allora neppure le sognavano, venivano pagati con un pezzo di pane ed una ciotola d’acqua, in europa e nel resto del mondo nessuno se ne accorgeva. Nel mondo globalizzato, i cinesi, i polacchi e gli indiani ce li abbiamo in casa. Se vogliamo competere con questa gente, che non ha nulla meno di noi in termini di buona volontà e di capacità di lavoro, non possiamo gigioneggiare con l’articolo 18 o con altri fossili del giuslavorismo del dopoguerra. Dobbiamo, per forza di cose, uniformare la nostra legislazione alla loro e ridimensionare alcune pretese che, oggigiorno, suonano più come privilegi che come diritti. Marchionne questo l’ha capito, la sinistra conservatrice no.  

8 pensieri su “Il killer della sinistra

  1. sarei curioso di conoscere il background di questo signor satutto Cennamo.Certo che come depositario della verità si qualifica molto.
    Il manicheismo è manifesto come l’ignoranza dei processi sociali.Certamente pensa che il suo status sia dovuto solo ai meriti personali ed a una particolare unzione divina.Beato lui.

  2. Non sono depositario di un bel niente : scrivo solo quello che vedo e quello che penso. Se lei si ritiene in grado di darci lezioni di diritto sindacale o di economia, si accomodi pure.

    AC

  3. Est modus in rebus, sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum. N’est-ce-pas, avv. Cennamo?

  4. I confini entro i quali si compie il giusto sono identificati dalle parti attraverso la libera contrattazione ( pacta sunt servanda). Marchionne ha stipulato un nuovo contratto, accettato dal 95% degli ex dipendenti Fiat. La Fiom se ne faccia una ragione. Complimenti per le sue conoscenze umanistiche.

    Saluti – AC

  5. “!…..La Fiom, l’ala più estrema ed ideologizzata del sindacalismo rosso, unitamente alla sinistra post comunista di Vendola e ad alcune schegge più conservatrici del Pd, i oppone strenuamente alla rivoluzione liberale di Marchionne…”
    E’ gravissimo che ad un Marchionne qualunque solo l’ala sinistra, quella che ha contribuito alla sfacelo dell’economia Italiana, faccia sentire la voce della protesta nel “sociale”.
    Si parla di mercato globale, e delle sue regole impietose, ma niente si è fatto per arginare la deriva liberista che da più anni minacciava le economie “occidentali”.
    Dove erano i “Ventola, la Fiom, quando si importava carbone dal Perù a costi pari ad un terzo di quelli di mercato, chiudendo le miniere sarde?
    Forse non si sapeva che a lavorare per pochi “cent” al giorno erano migliaia di bambini che venivano sfruttati fino alla loro, precoce, morte?
    I Ventola e …le varie sigle…FIOM, pensavano solo ai distaccamenti sindacali, coprire i fannulloni sfaticati, prendevano sottobanco soldi dai “padroni”, picchiavano i sindacalisti Nazionali, che parlavano di “PARTECIPAZIONE” e di “COOGESTIONE”.
    Oggi , l’unico miracolo che ha saputo compiere “testa di catrame”, il Berlusca, è riuscito a rompere l’unità sindacale facendo accettare dei dati di fatto.
    Lui, “testa di catrame”,come il Marchione di turno, ha posto sulla bilancia l a spada di “BRENNO”, : firmate, accettate o c’è nel vostro futuro il licenziamento, la disperazione, la fame.
    Il più grave dei ricatti: la dignità dell’uomo, pagata con un tozzo di pane.
    E’ una cosa sporca.
    Solo chi ha posto come fine della propria esistenza il “dio danaro” poteva escogitare.
    Altra cosa era il combattere i “lavoratori” ipocriti, traditori della propria missione, quelli che si nascondono nei “cessi”, che mandano i certificati medici per andare a zonzo o fare altre attività, quelli che volontariamente sabotano il proprio cantiere, la propria officina( per proprio, intendo l’ambiente di lavoro ove BISOGNA sentirsi parte integrante ed essenziale di una comunità).
    Già,…….. “ TUTTI PROPRIETARI E NON TUTTI PROLETARI” era lo slogan che negli anni Settanta gridavamo davanti alle fabbriche.
    Per questo motivo venivamo tacciati di “Fascismo” e i poveri sciocchi ideologizzati ci sparavano a dosso(QUESTA SERA RICORRE L’ANNIVERSARIO DEI TRE GIOVANISSIMI CAMERATI UCCISI , in un agguato a Roma in via Acca Larentia, due uccisa da vili comunisti ed un altro sparato in fronte da un ufficiale dei carabinieri).
    Dove è la DESTRA, quella La DESTRA che aveva fatto del sociale, come nella RSI, la riscossa per la dignità e l’ UMANIZZAZIONE del lavoro?
    Ecco, quando dico che oggi gli infami ,come Fini, e la pletora dei suoi ex “colonnelli”. e tutto quel mondo che si racchiude nella PdL, non sono di DESTRA, sig. Cennamo.
    Se c’è onestà intellettuale, non continuate ad appropriarvi di questo termine.
    La DESTRA è altro: la DESTRA è la TERZA via che ancora state cercando.
    in bocca al lupo

  6. Non so a quale destra lei alluda, forse alla destra sociale post missina. Caro Lupo solitrio quei tempi sono finiti, purtroppo o per fortuna. La globalizzazione è una brutta bestia, e per combatterla occorre fare di più e fare meglio. Gli operai della Fiat avranno qualcosina in meno, in termini di diritti, ma riceveranno salari più alti. E’ questa la sfida del nuovo millennio. L’alternativa è la disoccupazione, ma senza alcun ricatto.

    AC

  7. C’è una sola La DESTRA:
    La Destra è quella perenne, che si proietta nel tempo con i suoi valori immutabili.
    La Destra è Spiritualità laica contro i miti razionalistici;
    La Destra è Socialità e Solidarietà contro l’egoismo e l’egocentrismo;
    La Destra è La Famiglia Tradizionale contro il lassismo morale e progressista;
    La Destra è Amore per la propria Terra ed è legata(la memoria storica) ai propri “cimiteri”;
    La Destra è Merito, dove non si fanno parti uguali fra persone diseguali;
    La Destra è Slancio vitale e volontà di “Potenza”;
    La Destra è l'”Aristocrazia” Religiosa e Guerriera che ha improntato di sè LA Civiltà nei secoli:
    La Destra è onorare la parola data e coerenza con i propri ideali.
    La Destra è Amore per il proprio Popolo e il sacrificarsi per esso;
    La Destra è la donna e l’uomo “INTEGRALE”;
    La Destra è tutto ciò che si contrappone all’avvento della società”plebea”, e combatte per affermare il “regno della “qualità”, contro le tirannie delle masse anonime(le democrazie)e mostruose.
    La Destra è tutto quello che si contrappone a TESTA di CATRAME” e ai suoi sciocchi sodali.
    in bocca al lupo

  8. Potranno, potremmo prendere anche 1.000,00€ al mese, ma fin tanto c’è qualcuno che ci paga un salario, ….saremo e resteremo sempre degli schiavi.
    Ieri c’era la ciotOla di brodo, oggi il salario.
    “TUTTI PROPRIETARI NON TUTTI PROLETARI”.
    in bocca al lupo

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