San Gaspare del Bufalo e la devozione del preziosissimo sangue

don Marcello Stanzione

 Il 28 dicembre si festeggia S. Gaspare del Bufalo (1786-1837) che è stato il grande apostolo della devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù nel mondo. Egli affermava che la devozione al Divin Sangue avrebbe salvato gli uomini dagli imminenti castighi di Dio, meritati i peccati commessi. Il Divin Sangue è il prezzo della nostra salvezza. Gesù, figlio di Dio, muore liberamente per noi. “Nessuno me la toglie (la vita), ma la do io da me stesso. Ho il potere di darla e di riprenderla”. La sua morte è per la gloria del Padre, perché “facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”, esprime il più nobile atto di adorazione a Dio. Gesù fa intendere chiaramente che il prezzo della salvezza eterna degli uomini è pagato con la sua morte in croce. “Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuti per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto di molti”. Col termine riscatto si indicava la somma di danaro con la quale si comprava la vita di un  uomo condannato a morte. Gesù riscattava, quindi, tutti gli uomini condannati alla morte eterna. S. Gaspare, davanti al crocifisso, diceva: “Vedete quante piaghe, quanto sangue per le nostre colpe!”. Il suo pensiero rispecchia tutta la tradizione e predicazione cristiana dalle origini. Così le parole di Giovanni Battista: “Ecco l’agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo!”, vogliono significare il sacrificio che Gesù avrebbe fatto di se stesso sulla Croce per la salvezza dell’uomo., Lo stesso concetto è espresso da S. Pietro: “Voi sapete che non per mezzo di cose corruttibili, come l’oro e l’argento, siete stati riscattati dalla vana maniera di vivere ereditata dai vostri padri, ma dal Sangue Prezioso di Cristo, l’Agnello senza difetto e senza macchia”. Anche S. Paolo attesta: “In Lui possediamo la redenzione mediante il suo sangue”. La stessa verità è proclamata da S. Giovanni: “Il Sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato”. E ancora S. Giovanni vide una turba immensa di beati, che glorificava Dio acclamando: “ La salvezza al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello!”. S. Gaspare iniziava la sua giornata inginocchiato ai piedi di Gesù crocifisso, per prepararsi meno indegnamente alla celebrazione della S. Messa. Ogni venerdì nelle sue Case di Missioni veniva praticato il pio esercizio della Via Crucis. Durante le missioni non tralasciava mai di parlare della Passione e morte di Gesù e dei dolori di Maria, preparando il popolo a partecipare con fervore e devozione alla Via Crucis. Instillava nei cuori di tutti quelli che incontrava la devozione a Gesù Crocifisso. Nei venerdì era solito fare qualche mortificazione particolare. Si alzava abitualmente tre o quattro ore prima dell’alba, per meditare sulla Passione e Morte di Gesù. Credeva fermamente che solo per quel Sangue gli uomini hanno la possibilità di unirsi a Dio, solo per quel Sangue è possibile salvarsi. Una volta confessò candidamente: “ Un certo timore del tribunale di Dio mi sorprende talora, ma il Divin Sangue è il mio conforto”. Gli fu familiare la giaculatoria, diffusa dai P. Passionisti: “Eterno Padre, io vi offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in isconto dei miei peccati, per i bisogni della S. Chiesa, in suffragio delle anime del Purgatorio”. Con parole accorate e persuasive apriva i cuori di tutti alla speranza: “Per quanto siano gravi i vostri peccati, tutto dovete sperare dai meriti del Sangue Preziosissimo e dall’intercessione di Maria Santissima!”. “Non ti ho amato per scherzo” diceva Gesù ad Angela di Foligno. Gaspare, per questo motivo, accoglieva con grande tenerezza i peccatori ed esortava i suoi confratelli a fare altrettanto, perché tutte le anime sono state redente dallo stesso Sangue di Cristo. Per diffondere nel mondo questa devozione, nel 1815, fondò la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Ne difese il titolo, sostenendo aspre lotte contro avversari potenti ed invidiosi, che cercarono, in tutti i odi, di metterlo in cattiva luce presso le autorità ecclesiastiche. Nel 1834, coadiuvato da Maria De Mattias, fondò l’Istituto delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue. Non lesinava tempo, denaro ed argomenti, per trascinare gli uditori all’adorazione del Sangue divino, da cui si aspettava l’immancabile vittoria sul male. Soleva dire che la devozione al preziosissimo Sangue è l’arma più potente, per vincere le tentazioni del diavolo. A tal proposito citava le parole di S. Giovanni: “Essi lo hanno vinto per il sangue dell’Agnello”. Morì a Roma il 28 dicembre 1837. La fama della sua santità non tardò a diffondersi in tutto il mondo. Beatificato nel 1904 da Pio X, fu canonizzato nel 1954 da Pio XII.