Ritratti Africani: guardiani di prigione che accompagnano i detenuti

Padre Oliviero Ferro

Sulla strada che portava alle Poste, nella città di Bafoussam (Camerun), c’era il Tribunale. Ogni mattina, quando passavo, c’era sempre una piccola processione. Veniva dal carcere per andare al tribunale. Erano i detenuti in attesa di giudizio,accompagnati dai loro guardiani. Due a due, ammanettati e scortati con i fucili, si avviavano verso le udienze. La maggior parte di loro erano giovani. Vestiti male, senza cinghia, senza scarpe, a piedi nudi e con lo sguardo che vagava da qualche parte. Facevano pena. Molti di loro erano stati presi durante la notte, nelle retate della polizia. Non c’è il coprifuoco, ma è bene, di notte, non andare in giro. Rischi di essere catturato dalla polizia che ti porterà in cella. Se hai un documento, potrai cavartela con poco. Se invece non ne hai, allora cominciano i problemi. Dovrai restare in cella. Se qualcuno della tua famiglia è disposto a pagare, allora riuscirai a uscire presto. Altrimenti, in quella stanza di due metri per due, in venti persone (si dorme in piedi e a turno e per i bisogni, si cerca di resistere…), ci resterai per un po’ di tempo. Poi verrai trasferito in prigione e comincerà il tuo calvario. Processi, udienze, pagamenti…Quei giovani che incontravo giorno sulla strada verso il tribunale, avevano cominciato la loro avventura dalla cella e ora erano là per ascoltare il giudizio. Gli avvocati costano,la corruzione è sovrana. Conoscevo uno dei guardiani della prigione, che tra l’altro, era pure responsabile degli arbitri di calcio della città. Mi spiegava un po’ la situazione. Anche per loro non era molto simpatica. Un lavoro come un altro. Poi, chi, tra di loro, aveva il cuore aperto,cercava di alleviare le loro difficoltà. Naturalmente i detenuti ricchi, importanti, avevano diritto a una cella a 4 stelle e gli altri…vedevano solo le stelle….