Ritratti Africani: la Madonnina della cappella di MFAP

 Padre Oliviero Ferro

Ogni anno, nel mese di ottobre, nella nostra parrocchia di Nefa (in Camerun) c’è la bella abitudine di iniziare l’anno pastorale con un pellegrinaggio alla cappellina di Mfap, dove c’è una statua della Madonna. Sono 5-6 chilometri a piedi. Da tutti i settori, ci si riunisce in un grande prato, vicino alla casa del capo del settore. Tutte le comunità di base, i gruppi e i fedeli si ritrovano per camminare insieme in questo inizio dell’anno. C’è la corale parrocchiale che incomincia a cantare, i giovani con gli scout fanno il servizio d’ordine. I chierichetti aprono il pellegrinaggio con la croce. Si comincia a pregare e a cantare. Ogni tanto ci si ferma in un luogo dove è stata piantata una grande croce per riflettere insieme. La strada è lunga. Per fortuna non piove, ma c’è la polvere. Tutti si sono portati dietro una bottiglietta d’acqua e ogni tanto ne bevono un sorso. Sono anziani, adulti, giovani, bambini del catechismo. Tutti insieme andiamo verso la cappella. Si passa in mezzo ai campi. Certo, non tutti vengono con noi. Altri, non cristiani, stanno lavorando e ci guardano. Il nostro modo di fare è una testimonianza per loro. Dopo la terza sosta, finalmente arriviamo alla cappellina. Tutti si siedono nel grande prato, circondato dalle piante di avocado. Si prepara l’altare. La Madonnina ci accoglie con il suo sorriso. Qualcuno dei più giovani si siede ai suoi piedi. La corale comincia a cantare e il sacerdote dà il via alla celebrazione della messa. Si riflette sulla parola di Dio, ci si chiede come vivere bene insieme questo nuovo anno. Alla fine, si condivide il cibo che ognuno ha portato da casa. Poi si riprende la medesima strada, un po’ più faticosa, perché è in salita. Ma si è contenti di essere stati insieme e di aver condiviso con Maria, che ci ha accolto, la nostra fede e la nostra fraternità.