Riceviamo e Pubblichiamo: lettera aperta a don Marcello Stanzione

Gentile Don Marcello, sono Alberto Senatore, classe 1964, operaio, sposato e padre di due figli. Le scrivo dopo aver letto il suo articolo dal titolo Alberto Senatore, la Chiesa Cattolica e la pedofilia, datato sabato 11 dicembre e pubblicato dal sito cattolico Pontifex.Roma. Nel ringraziarla per l’attenzione che sta dedicando all’attività antipedofilia messa in atto dalla Associazione laica, “ il piccolo Davide “ di Giffoni Valle Piana, di cui sono portavoce, mi è doveroso qualche precisazione. Nell’articolo in questione lei parla delle tante “ lettere aperte che compaiono su internet che denunciano la pedofilia di alcuni esponenti del clero cattolico indirizzate a cardinali, vescovi o monsignori di un tal Alberto Senatore che afferma di essere un operaio… Ma il modo di fare di tal Alberto Senatore è a dir poco ossessivo perché si interessa solo della pedofilia clericale e mi fa venire il sospetto che a lui si possa ben attribuire il nostro saggio detto popolare: “ tira sul campanile ma vuol colpire la chiesa ”. Nell’ordine alcune precisazioni:
1) Non mi sembra un atteggiamento corretto mettere in dubbio le mie affermazioni, che come lei stesso ha scritto, sono visibili e plateali, quindi verificabili.
2) Non è onesto insinuare dubbi sulla mia persona solo perché esprimo idee contrarie alle sue.
3) Non è una reazione sensata contestare dei fatti endemici e conclamati come la pedofilia clericale.
4) Non è una condotta cristiana voler replicare usando la diffamazione.
5) Non è preciso affermare che io mi interesso solo della pedofilia clericale, ma è corretto dire che io mi interesso primariamente della  pedofilia nella Chiesa Cattolica, in quanto è la più subdola, la più viscida e la più contagiosa.
6) Non è esatto definire ossessivo il mio comportamento, in quanto io sto semplicemente seguendo il consiglio di Gesù Cristo scritto nel  Vangelo di San Luca 18: 1-5  “Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi “. Io sono come quella vedova, continuerò a scrivere fin quando non arriveranno le risposte alle mie domande. Detto questo, volevo informarla che ho letto anche il suo deplorevole articolo intitolato, Giordano Bruno : ovvero come un attaccabrighe divenne un mito cattolico, datato 8 dicembre e pubblicato dal sito Dentro Salerno. Di seguito il preambolo del suo articolo: “ Nel comune di Campagna dove sono parroco di una piccola Chiesa esiste un’associazione intitolata a Giordano Bruno perché in questa cittadina nel 1573 celebrò la sua prima messa nel convento di san Bartolomeo. Per cui periodicamente noi cattolici della zona ci dobbiamo sorbire dei convegni o delle manifestazioni in cui “ il genio “ di Bruno viene esaltato…contro la Chiesa inquisitoria che lo giustiziò per eresia ”. Mi limito a riportare solo il preambolo perché dissento completamente da ciò che lei aggiunge, poiché a mio modesto parere, (sono solo un operaio) il suo è un vero e proprio elogio ai metodi usati dall’inquisizione e alla pratica del rogo, che aveva come obiettivo l’eliminazione fisica dei “contestatori “ della chiesa cattolica. Le ricordo che oltre ad essere un peccato punito da Dio, l’omicidio è anche un reato condannato dalla legge. Al suo posto farei molta attenzione, perché oltre ad essere biasimevole per un sacerdote scrivere certe cose, può essere anche pericoloso, in quanto potrebbe essere indagato per apologia di reato. La saluto con le parole di un vero Proverbio 16: 32 Il paziente val più di un eroe, chi domina se stesso val più di chi conquista una città.
In fede, Alberto Senatore.

5 pensieri su “Riceviamo e Pubblichiamo: lettera aperta a don Marcello Stanzione

  1. Sono andato a leggere su Pontifex l’articolo di cui parla Alberto Senatore, e devo dire che l’ho trovato offensivo, quel tal ripetuto tante volte, poi quel continuare ad insistere su statistiche che chissà da dove vengono, e poi ciliegia sulla torta, il riferimento a Voltaire che mai ha detto che la chiesa vada distrutta. Solidarietà ad Alberto Senatore, che mi sembra giochi a carte scoperte, mentre don Marcello ha pubblicato il suo articolo su un giornale che non accetta critiche dai non iscritti. In questo merita una lode dentrosalerno per la libertà che offre, anche se suggerisco di avere accortezza verso certi scritti davvero troppo pesanti.

  2. Credo che don Stanzione conosca molto poco l’opera di Voltaire. L’ignoranza in questo caso non è colpa. La colpa è la disonestà morale e lo spirito litigioso e intollerante. Ma se va bene al suo vescovo … L’effetto, col tempo, non tarderà a venire. Nessuno oggi è più così credulone da ritenere “giusto” quello che dice il prete.
    Lucia

  3. caro alberto, sono solidale con te molto. ora però ho l’impressione che questo giornale stia in qualche modo facendo sì che si crei un caso “mediatico” del prete oltranzista e inquisitore. di questo, non so se è fatto scientemente, voglio dissentire e contestare.
    ora sino a quando parla di angeli, di santi, di interpretazioni della scrittura oppure di testimonianze per ve va bene che sto prete “lupo solitario” dica la sua ma, quando invece scrive delle cose così fuori del lecito e dal buon senso non gli dovrebbe essere data ospitalità. non perchè voglio che venga censurato, ci mancherebbe altro, ma semplicemente perchè squalifica questo giornale che mi è abbastanza simpatico. come ho fatto con un altro libero collaboratore non leggerò e nemmeno commenterò più i contributi di don marcello, il quale come gli ho già detto è fuori come un terrazzo e ha bisogno di aiuto.
    voglio ricordare che nello stesso convento di san bartolomeo a campagna alla fine della seconda guerra mondiale furono ospitati, in confino, molti ebrei italiani. quindi è un ottimo convento per essere visitato perchè ha una storia molto interessante e significativa.

  4. Caro Michele,grazie per il commento e per la solidarietà. Io non ho avuto la tua stessa impressione riguardo l’intenzione di questo giornale di voler creare un caso mediatico; penso invece che sia giusta la scelta dei responsabili di pubblicare gli scritti di Don Marcello, anche se a volte Don Stanzione tratta argomenti delicati con troppa presunzione, come nel caso di GIORDANO BRUNO.
    A mio parere, alla direzione di Dentro Salerno va riconosciuto un grande merito, quello di concedere anche il diritto di replica e di commento. Questo è un modo democratico e costruttivo per poter manifestare il proprio dissenso. Quindi ti invito a non abbandonare la tua postazione di sentinella e ti incoraggio nel continuare a vigilare e a commentare.
    Sinceramente, Alberto. ore 19.01

  5. Caro Signor Alberto,
    continuo a rimanere stupita del fatto che il Vescovo da cui dipende Don Stanzione non sia intervenuto con la classica diplomazia dovuta nei confronti un sacerdote che, pubblicamente, si pone al di fuori dell’attuale politica della chiesa. Capisco che i panni sporchi si lavano in casa, ma in questo caso è questo sacerdote che ha voluto enfatizzare un punto su cui la chiesa ha persino chiesto “perdono”. L’azione di don Stanzione è stata pubblica e sarebbe corretto che pubblica fosse una rettifica dei suoi superiori.
    A lei, signor Alberto, i miei sentiti auguri di un sereno Natale
    Lucia

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