Sassano: il boschetto paleo-palustre da testimone a discarica

 Michele D’Alessio

Dopo la denuncia del presidente del Codacons di Sala Consilina , ospitata anche da questo sito web, ci siamo recati sul posto per un rapido sopralluogo e  per lo scatto di diverse foto che rendono meglio il degrado della zona. Stiamo parlando del “boschetto paleo-palustre” di Sassano. Il sindaco Tommaso Pellegrino, già deputato dei Verdi e convinto difensore dell’ambiente tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Il sindaco sceriffo dell’Ambiente” debitamente interpellato, ha garantito la massima attenzione sul problema, nel limite dei mezzi e delle risorse disponibili. E veniamo al problema. Il  “sito di pregio ambientale”,  com’è definito della Comunità Montana, nella  delibera n. 3 del 13 febbraio 2003 all’atto della elaborazione e approvazione della “Carta di destinazione d’uso del territorio”, è compreso tra due corsi d’acqua trasversali, (Canale Termini  e Fiume dei Cappuccini)  e da una ex fabbrica o meglio da una fornace dismessa e la via provinciale del Corticato, la macchia mediterranea composta soprattutto da specie di salici e pioppi, la cui flora del boschetto attinge nutrimento dal terreno paludoso che lo circonda. L’area ambientale, che nei tempi addietro, è stata al centro  di numerose battaglie politiche e non solo, vede, anche,  parecchie specie di interesse faunistico –venatorie come le taccole, uccelli simili ai corvi, che al tramonto  arrivano  dai monti alle spalle della collina del parco comunale di Silla. Arrivano a stormi di venti, di dieci, di quattro o di tre, mai da sole, e si annidano nel boschetto paleo-palustre, per qualche ora, al di sopra della cima degli alti pioppi e dei salici  per  trovare il posto più alto possibile dove trascorrere la notte. Questo luogo fangoso e limaccioso, fatto di acque stagnanti è una delle poche testimonianze viventi della palude che un tempo, fino  all’XVII secolo,  vedeva  la vallata non ancora tutta  bonificata, ora nel posto sorgerà (probabilmente) una zona industriale. Visto le numerose controversie e denunce del passato e del presente, sia politiche ma anche giornalistiche, ieri mattina  abbiamo fatto un sopralluogo dell’area. L’area non è costantemente sorvegliata (oggettivamente sarebbe difficile farlo, visto che l’area è molto estesa) nè da videocamere o da personale addetto, anche se la polizia municipale fa una ronda ordinaria; (a volte anche straordinaria) la strada di accesso non è chiusa e quindi è accessibile a tutti, anche perché deve dare accesso ai terreni coltivati da privati. E’ vero c’è del materiale di risulta edile e qualche  pezzo di elettrodomestico, ma parecchio materiale non è recente. Visto che l’area è vicino a dei grandi centri commerciali alimentari con una grande clientela, frequentata anche dei bambini dovrebbe essere messa in sicurezza, più come cantiere che dal punto di vista ambientale. Ma siamo certi che su questo, la nuova amministrazione Comunale dello Sceriffo dell’Ambiente, come amano definirlo i suoi colleghi e amici del Vallo di Diano, ci ha già pensato, visto che a breve sarà completata l’ antistante area PIP di Sassano.

 

 

 

 

8 pensieri su “Sassano: il boschetto paleo-palustre da testimone a discarica

  1. Caro – permettimi – Roberto,
    le taccole descritte da te, per andare a dormire,
    si raggruppano al di sopra della cima degli alti pioppi,
    le taccole descritte da … altriiii si raggruppano anche
    al di sopra dei salici. C’è una bella differenza!
    Dai che non è plagio!

    Certo che non è Geronimo ma, se non sbaglio,
    una volta, dei seguaci provinciali di “Ghino di Tacco”
    era l’orgoglio.

  2. Cara Rachele (permetto e permettimi),

    credo tu abbia risolto il dilemma originale molto egregiamente. Tuttavia, il mio era solo un gioco di parole, tutto incentrato sull’assonanza e sulla strana denominazione data ad un amministratore. Credo, inoltre, che presto una difesa d’ufficio ancora più chiara sarà messa in gioco. Spero, tuttavia, di sbagliarmi.

    Infine, vorrei aggiungere che su questi temi scomodi è difficile accusare di plagio qualcuno; concordo. Infatti, anche il boschetto paleo-palustre è diventato “luogo fangoso e limaccioso, fatto di acque stagnanti”. Penso di conservare ancora un minimo di senso estetico e credo, perciò, di poter affermare che mai avrei utilizzato una definizione così spregiativa per un luogo per me (una volta) incantevole. Ma queste cose attengono a categorie forse troppo lontane dalle logiche comuni e a quelle di Gomorra e dintorni.

    Scusandomi per gli ermetici commenti, invio cordiali saluti.
    Roberto

  3. Il gioco degli equivoci.

    Caro Roberto, mi accorgo che c’è stato un equivoco.

    Il mio giochino era scaturito non dalla denominazione data ad
    un amministratore ma, semplicemente, dal fatto che l’articolo
    ha uno “stile giornalistico” che non corrisponde alla firma.
    E’ evidente.

    Vogliamo continuare?

    Acqua, fuoco, fuocherello…

    Certo che Fernando Pessoa gli fa un baffo.

  4. Chiedo scusa per il fraintendimento, forse ingenerato dal fatto che a me piacciono i film Western. Tuttavia, preferisco un titolo come “Balla coi Lupi” ai film con John Wayne.

    Cordiali saluti,
    Roberto

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