Taranto: a Grottaglie il Barocco di Giuseppe Battista

 Sabato 11 dicembre prossimo verrà presentato lo studio dal titolo: “La finzione, l’oblio, la maschera. La metafisica dell’anima in Giuseppe Battista”, curato da Micol Bruni. La manifestazione si svolgerà nella sala del Laboratorio Burano, ore 18.30, Via Matteotti, 51, Grottaglie (Ta), città natale del Battista, e vedrà la partecipazione di Maria Giovanna Russo Caradonna, docente di Lettere e critico letterario, che illustrerà le coordinate critiche del lavoro in un dibattito con i coautori Marilena Cavallo, Carmen De Stasio, Pio Rasulo, Roberto Burano. I lavori saranno coordinati dal giornalista Nino Gemmellaro. Si tratta di una significativa pubblicazione scientifica, edita dal Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” con il patrocinio e collaborazione della Camera dei Deputati e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali e il Diritto d’Autore, e si articola con saggi e interpretazioni storico – letterari di ricercatori come Marilena Cavallo, docente e critico letterario, che scava nel rapporto tra il sacro e il mito in una lettura in cui la classicità diventa punto centrale; Neria De Giovanni, Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari che affronta la questione del verseggiare intrecciato nella cultura europea del Battista; Pierfranco Bruni, scrittore e Consulente Culturale della Presidenza della  Camera dei Deputati, che sottolinea l’importanza di un Barocco aperto alle innovazioni attraverso il ruolo del linguaggio come rivoluzione in una visone antiaccademica del Battista stesso e come antesignano delle avanguardie; Carmen De Stasio, docente e critico d’arte, che si sofferma sui segni delle parole e sulle immagine della poesia; Pio Rasulo, dell’Università del Salento, che affronta in una originale esegesi i discorsi del Battista tenuti negli anni delle Giornate Accademiche; Roberto Burano, Presidente dell’Associazione Koinè – Battista, che traccia un profilo biografico del poeta barocco. Lo studio sul Battista (Grottaglie 1610 – Napoli 1675) esce in occasione del Quarto Centenario della sua nascita. Nella nota introduttiva al testo dal titolo “La voce viaggiante di Giuseppe Battista”, Micol Bruni, Cultore della materia all’Uniba, sostiene: “Il rapporto tra la figura, l’opera di Giuseppe Battista e il Barocco offre non una sola chiave di lettura ma avvia dei processi interpretativi che puntano i riflettori sulla possibilità della modernità del Battista stesso.  Non soltanto un Battista “accademico” ma una poetica barocca nella quale si intrecciano tematiche come l’oblio, la ricordanza, la solitudine, il concetto di tempo  tra metafisica e mito.“È naturale, aggiunge Micol Bruni, che la classicità o il classicismo di Giuseppe Battista non sono posti in discussione ma questa forma di classicismo assume una chiave di lettura in cui contestualizzare la sua poetica in una temperie in cui la contemporaneità ha una sua forte vitalità. Proprio per questo la poesia melica e la discussione sulla finzione o sulla maschera rappresentano un punto nevralgico per decontestualizzare territorialmente una indicazione lirico simbolica che necessariamente oggi non può fare a meno di creare una comparazione con quei poeti che sono stati rappresentativi in un Barocco europeo. Decontestualizzarlo significa anche proporre la sua poetica come una interrelazione tra la dimensione esistenziale letteraria vissuta nel Regno di Napoli, le poetiche mediterranee – iberiche e una lettura appropriata con le questioni critiche poste dalla linea anglo francese”. Un Battista da rileggere e da riscoprire, come si evince in conclusone, della nota di Micol Bruni: “Giuseppe Battista e il suo Barocco devono appartenerci come modelli vivi e non come un archivio depositato nella soffitta di quei saperi che non arricchiscono ma diventano soltanto polvere. Togliamo la polvere caduta su Giuseppe Battista ma riportiamolo dentro le stanze del nostro cuore e lasciamo nelle soffitte le accademie perché la poesia ha bisogno di luce, di aurora e di quel volo di gabbiano o di colomba che agita i versi e le notti del nostro essere vivi nella contemporaneità e consapevoli che il destino è segno tangibile di una vita che va vissuta fino in fondo. Giuseppe Battista non ha bisogno di una lapide soltanto ma di una voce viaggiante che lo potrà rendere viandante tra le nostre quotidianità”.