Salerno: il tribunale, Isocrate e la libertà di parola

Aldo Bianchini

Il Tribunale di Salerno certamente non ha letto il famoso trattato-polemico “Aeropagitica” scritto da John Milton durante la guerra civile inglese e pubblicato il 23 novembre 1644. Quel trattato derivava dal famoso discorso che il filosofo ateniese Isocrate scrisse nel V secolo a.C. a favore della “libertà di parola”. Ecco il fatto o, per meglio dire, il fattaccio. La II Sezione del Tribunale di Salerno ha rigettato, con provvedimento del 25.11.2010, una richiesta avanzata da chi scrive in veste di giornalista e finalizzata all’ottenimento “per ragioni professionali e di informazione” di copia del decreto che dispone il giudizio per il Rettore dell’Università di Salerno Prof. Raimondo Pasquino + altri.   Un brutto provvedimento. Siamo tornati indietro almeno di 366 anni, per non riandare al V secolo a.C., se oggi dobbiamo scrivere ancora una volta a favore della libertà di stampa. John Milton ebbe  a scrivere il famoso discorso “aereopagitica – per la libertà di stampare senza licenza” ai tempi della “santa inquisizione”, un discorso che oggi il Tribunale ha fatto tornare drammaticamente attuale nei giorni in cui “Wikileaks” sta sconvolgendo le diplomazie di tutto il mondo. Chi scrive, invece, fa la sua richiesta per una società che dovrebbe essere mutata nel senso del maggior pluralismo. E il Tribunale, fermo alla preistoria dei tempi, costringe ad usare il condizionale asserendo che la stampa, l’opinione pubblica, il popolo in nome del quale vengono emesse le sentenze, non devono conoscere i fatti che sono contestati al Rettore dell’Università e che l’interesse dell’istante può essere tutelato con la sua presenza alle udienze dibattimentali. E’ incredibile ma è questo il senso di un provvedimento innanzitutto autoritario perché non è possibile impugnarlo. “Ipsae Dixit” e basta. E’, poi, un provvedimento restrittivo perché l’articolo invocato, il 116 c.p.p., recita testualmente “………..chiunque vi abbia interesse può ottenere il rilascio di copie…..”, come a dire che per il Tribunale la stampa e l’opinione pubblica sono entità prive di interesse all’andamento della giustizia. Addio per sempre all’agorà sognata da Isocrate!! Eppure chi scrive andava premiato per la correttezza con la quale, pubblicamente e senza sotterfugi, ha richiesto il documento che afferisce ad una fase pubblica del processo –il dibattimento– anziché ricorrere agli espedienti più bassi che consentono a qualche stampa di venire in possesso di notizie coperte da segreto di indagine. Tutti abbiamo letto intercettazioni telefoniche, relazioni di intercettazioni ambientali, e in questi giorni addirittura alcuni stralci di interrogatori segretissimi sul delitto Vassallo e tanto altro ancora che neanche gli interessati conoscevano. Quello che invece il Presidente della II Sez. Pen. Tribunale di Salerno recita per legge ad alta voce davanti a chiunque voglia essere presente in aula, cioè il capo di imputazione di Raimondo Pasquino già letto la mattina dell’8.11.2010, non può essere consegnato alla stampa. Evidentemente ci sono imputati di categorie diverse: quelli di serie b dei quali si dice tutto (generalità e foto comprese), e quelli di serie  a per i quali si garantisce, anche oltre i limiti, la riservatezza. Che cosa si sottende al diniego del Tribunale ? Una guarentigia per Pasquino o una ostruzione per Bianchini ? Forse nessuna delle due cose e più semplicemente che il tribunale è vincolato a tradizioni ormai superate. Ci sono, però, giornalisti schierati con il potere che hanno il privilegio della esclusiva e giornalisti liberi da vincoli politici, clientelari, economici e di potere, che devono accontentarsi delle notizie di seconda mano. Ma questo significa la fine della libertà, una parola così semplice ma anche così complessa. “La libertà che noi possiamo sperare non è infatti che nessuna lagnanza abbia mai a levarsi dallo Stato (…. ) ma che quando le lagnanze sono liberamente espresse, attentamente considerate, e prontamente rimediate, allora, quel limite estremo di libertà civile che gli uomini ragionevoli si aspettano viene raggiunto” diceva Milton allora, e noi siamo costretti a doverlo ripetere oggi a novembre 2010.

3 pensieri su “Salerno: il tribunale, Isocrate e la libertà di parola

  1. Convengo su quanto da Lei scritto.
    Ritengo altresì che le corsie preferenziali di cui beneficiano taluni giornalisti (chissà forse anche per meriti obiettivi e per reale capacità), sono solo una piccola conferma, un modesto spaccato, di tutte le forme di discriminazione esistenti nella nostra società.
    E quì mi viene da pensare che il vero problema del nostro paese, così come evidenziato da Fini (ma combatterà davvero per questo?) è che in Italia non sono concesse uguali condizioni di partenza (figurarsi di arrivo), esistono privilegi ab inizio, viviamo in un mondo di valori datato ed incrostato e che tutto ciò toglie la speranza ai giovani.
    E anche chi ancora coltiva speranze, in un quadro culturale dove tutto è bianco o nero, dove chi contesta è comunista o fascista, dove nessuno riesce a vivere senza una barricata dalla quale urlare al nemico, dove non si discute più del merito dei problemi, dove gran parte delle classi dirigenti non sanno ancora usare il computer e non conoscono l’inglese, beh … farebbe meglio ad andare altrove.
    Io però una soluzione drastica l’avrei (in quanto drastica sicuramente opinabile): obbligo entro due anni di far sì che in ogni categoria lavorativa (politica compresa), il 90% abbia meno di 65 anni, l’80% meno di 55 il 70% meno di 45%, il 60% meno di 35.
    So bene che non basta l’età per svecchiare culturalmente le incrostazioni della nostra società, ma penso che sia un buon viatico.
    Alla prossima

  2. Peccato che questa dotta dissertazione sulla libertà di stampa sia un pò tardiva.Da buoni italiani siamo abituati a riflettere sulle cose solo quando ci toccano da vicino, per il resto deleghiamo e molto spesso deleghiamo male.Ad maiora.

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