Ritratti africani: giovani

 Padre Oliviero Ferro

In Africa, una buona parte della popolazione è composta da bambini e giovani. Naturalmente, anche il Camerun non fa eccezione. E’ importante entrare in amicizia con loro per aiutarli a camminare nella vita di ogni giorno. Così nelle due parrocchie di Koptchou e poi Nefa (a Bafoussam) abbiamo cercato di coinvolgerli nella vita della parrocchia. Naturalmente si è cominciato dalla comunità di base,chiedendo loro di riunirsi ogni settimana,sia da soli che con gli adulti. Si è cercato di trovare dei responsabili per ogni gruppo, che riunivamo almeno una volta al mese per programmare le varie attività,sia di formazione che di svago. Oltre ai tornei sportivi, si è cercato di vivere la vigilia di Natale insieme con il presepe vivente. Così pure di partecipare alla festa della parrocchia. Ogni tre mesi, abbiamo fatto delle minisessioni di formazione, invitando sia i giovani delle comunità come quelli di altri gruppi (corali, scout, etc.). Però la priorità per tutti doveva essere il vivere la fede nel loro quartiere. Nel mese di luglio, prima delle grandi vacanze, si faceva una settimana di formazione con 30-40 giovani(sia i responsabili che altri che si preparavano a diventarlo) per riflettere su dei temi importanti (conoscenza della Parola di Dio,dei problemi dei giovani, strumenti di animazione e coscentizzazione sui problemi della società). Era bello,perché ognuno cercava di dare il meglio di se stesso,sia nella animazione, come nella organizzazione della sessione. Il missionario era vicino a loro, ma chi conduceva erano i responsabili parrocchiali della gioventù. Ne abbiamo fatte tante e abbiamo scoperto che in mezzo a noi c’erano delle persone veramente brave. Naturalmente quello che attirava di più era il torneo di calcio nel campo sportivo di Nefa. I giovani avevano lavorato per renderlo agibile,togliendo le erbacce, pietre e quant’altro. Con l’aiuto degli amici italiani,abbiamo pagato la ruspa che ha livellato il terreno. E poi,via col campionato, sempre gestito dai giovani. Insomma un minioratorio che riuniva tante persone. Non giocavano solo loro, ma anche i bambini, le ragazze e i papà e le mamme. Invece di fermarsi nei bar, facevano sport e amicizia.