In memoria di don Giancarlo Gramolazzo

don Marcello Stanzione

 Il presidente internazionale degli esorcisti cattolici don Giancarlo Gramolazzo dopo una lunga malattia è morto all’età di 65 anni. Don Giancarlo si dedicò per oltre 30 anni al duro e difficile ministero di esorcista pur essendo affetto dall’età di 40 anni di un brutto tumore. Lascia in tutti il ricordo di un sacerdote culturalmente preparato e sempre attento alle sofferenze del prossimo. La Chiesa ha la chiara coscienza di essere chiamata a combattere contro il male e ad offrire la guarigione integrale della persona dal peccato. La redenzione non riguarda solo l’anima ma la persona nella totalità delle sue dimensioni (fisica, intellettiva, spirituale, affettiva, ecc.), persona che soggiace al potere del peccato originale e dei peccati originati, che hanno inquinato e inquinano l’uomo e le sue relazioni con Dio, i fratelli, se stesso e il creato.  La missione evangelizzatrice della Chiesa si concretizza nell’impegno per la liberazione dell’uomo da ogni limite e schiavitù per rendere la vita obbedienza fiduciosa all’amore provvidente di Dio Padre. Si comprende così la preoccupazione del nuovo rituale di considerare l’esorcismo non un affare privato tra esorcista e diavolo, ma un atto ecclesiale, rispondente alla natura e ai fini della Chiesa, corpo mistico di Cristo. In tutte le culture e le religioni in cui si crede all’esistenza e all’azione di potenze demoniache e di spiriti maligni troviamo pratiche esorcistiche per liberare e liberarsi da forze nocive, malattie fisiche e psichiche.Nelle religioni cosiddette «primitive» il compito è affidato agli stregoni, ai sacerdoti attraverso la recita di formule e testi magici con urla, fischi accompagnati dallo strepito di alcuni strumenti e determinati gesti (imposizione delle mani, soffiare, sputare in direzione degli spiriti, ecc.). Questo è attestato già nei riti della religione assiro-babilonese. Anche il giudaismo conosce riti esorcistici, testimoniati dal Nuovo Testamento: Gesù rispondendo alle provocazioni di quanti lo accusavano di servirsi del nome di Beelzebul per scacciare i demoni, afferma: «E i vostri figli in nome di chi li scacciano?» (Mt 19, 13-14). Gli Atti degli Apostoli (at 19.13-14) parlano di esorcisti ambulanti che impararono ad usare il nome di Gesù nei loro esorcismi. La prassi esorcistica nel giudaismo è confermata da Giuseppe Flavio nelle Antichità giudaiche, e la troviamo anche a Qumran. S. Atanasio riferisce dell’uso presso gli Ebrei della Scrittura negli esorcismi. Tertulliano attesta anche il gesto dell’insufflazione. La Tradizione Apostolica aggiunge segni sulla fronte, sulle orecchie e sul naso. Lattanzio, nel IV secolo, attesta il segno della croce unito all’invocazione del nome di Cristo. Tra il III e il IV secolo vengono introdotti tutti gli elementi del rito degli esorcismi caratteristici della liturgia romana sino ad oggi.  L’azione della Chiesa di liberazione dei suoi figli si realizza in modo ordinario attraverso la preghiera e i sacramenti, in particolare la penitenza, infatti I fedeli, anche se rinati in Cristo, sperimentano tuttavia le tentazioni del mondo; devono perciò vigilare con la preghiera e con la sobrietà della vita, perché il loro nemico, «il Diavolo, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8).  È indispensabile quindi che il cammino di liberazione sia accompagnato da una intensa vita sacramentale e di preghiera, non solo della persona disturbata ma anche dei suoi parenti. Salvaguardare e accrescere lo stato di grazia è la vittoria contro l’azione ordinaria del demonio (tentazione) ed è, insieme, la migliore prevenzione contro la sua azione straordinaria. La Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione di continuare la sua opera salvifica, quale sacramento della redenzione. Ogni aspetto della sua vita è esplicitazione ed evidenza di tale potere, in vista del quale è continuamente arricchita di doni e carismi dallo Spirito Santo. Chiamata a donare la liberazione interiore ed esteriore dal peccato e da tutto ciò che ostacola gli eletti nella loro adesione alla parola di Dio, la Chiesa amministra il potere della Croce e della Risurrezione. L’esorcismo allora diviene un’espressione del «cantare» nel tempo, per il dono dello Spirito Santo, il mysterium paschale di Cristo, che ha vinto il Maligno e i suoi frutti di morte. L’attività di liberazione è di per sé celebrazione da parte della Chiesa del dono dell’amore del Padre in Cristo per la potenza santificante dello Spirito a vantaggio dei figli di Adamo, sottomessi al giogo del peccato.