Consorzio Sa/3: stipendi col trucco e silenzio in Procura

Aldo Bianchini

La notizia eclatata da tutta la stampa ed inerente il probabile prossimo pagamento dei due stipendi arretrati al personale dipendente da parte del Consorzio Bacino Sa/3 –Ecometa- fa nascere qualche perplessità, almeno per gli addetti ai lavori. Verrebbe subito da chiedersi perché qualcuno ha ritardato il pagamento se i soldi per farlo già c’erano, tant’è che la promessa di pagamento ha tacitato le giuste rivendicazioni degli operai. Si capisce subito che oltre al problema politico (chi non vuole lasciare cerca di mettere in cattiva luce chi deve subentrare!!) sembrava ci fosse un oggettivo problema di cassa, cioè di mancanza di soldi. Ed allora come è possibile che d’improvviso questi soldi si materializzano fino al punto che nei prossimi giorni verrebbero pagati gli stipendi. Insomma stiamo parlando di diverse decine di migliaia di euro, e trovare così tanti soldi in così poco tempo di certo non è impresa facile. A tal proposito è necessario fare una rapida ricognizione delle banche concessionarie del Consorzio: Monte di Pruno di Roscigno, Monte dei Paschi di Siena e Banca della Campania, queste le banche da cui poter ottenere i soldi, visto e considerato che i pur numerosi debitori non riuscirebbero certamente a fronte ai loro debiti nei riguardi del Consorzio nelle prossime ore. Badate bene, stiamo parlando di soldi e per muoverli necessitano delle firme affidabili. E qui un’altra domanda: chi si assume la responsabilità di firmare la richiesta di “anticipazione di cassa”? (perché di questo si tratta) a fronte di una cessione di crediti (fatture da incassare!!) che il Consorzio avrebbe già annunciato. C’è un problema, grosso come una montagna, che molto verosimilmente i direttori delle banche interessate non conoscono o è stato loro sottaciuto. Circa un mese fa il neo commissario Giovanni Siano, come d’abitudine, aveva preso carta e penna ed aveva inviato (nella sua qualità di commissario liquidatore) al funzionario-dirigente del consorzio Domenico Abbatemarco un preciso “ordine di servizio” per ordinare al funzionario di avvertire le banche concessionarie, i creditori e i debitori del cambio al vertice consortile e della necessità di rapportarsi per ogni operazione al nuovo arrivato sulla base di un “decreto presidenziale” della Provincia. Il funzionario ha soddisfatto l’ordine di servizio?. Se sì, le Banche non possono pagare; se no, le Banche potrebbero incorrere in operazioni a rischio, così pure per i pagamenti ai creditori e per gli incassi dai debitori. E’ abbastanza chiaro che un funzionario-dirigente, nella sua assoluta autonomia, dovrebbe eseguire le direttive imposte dal commissario, altrimenti fermiamoci tutti e parliamo d’altro. Ma c’è un altro problema. La cessione di credito, fino ad ora annunciata, potrebbe creare anche seri problemi sia al funzionario-dirigente che al Presidente firmatario. Perché? Perché le cessioni di credito prevedono notevoli agi a favore degli enti bancari riceventi, e parliamo sempre di danaro pubblico. Bisogna quindi andarci molto cauti, questi passaggi, all’apparenza risolutivi, sono insidiosi anche per i cosiddetti “cervelli della prima repubblica”, soprattutto in momento così caotico con ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato. E la Procura della Repubblica di Sala Consilina che fa?. Semplice la risposta: “tace”, sebbene  il commissario Siano abbia richiesto di essere ricevuto dal capo dr. Amato Barile per rappresentargli tutte le perplessità sull’incontro a tre del 5 novembre scorso quando nei locali del Consorzio si confrontarono il Commissario, il Presidente e i Carabinieri. Intendiamoci bene, tanto per essere chiari fino in fondo, il procuratore Barile non ha alcun obbligo di aderire alla richiesta di audizione del commissario, anche se motivi di opportunità imporrebbero un rapido incontro in quanto con gli operai sul piede di guerra  il clima ambientale e la sicurezza pubblica possono essere messe rapidamente in discussione. Per non parlare del serio rischio di vedere, da qui a breve, cumuli di immondizia  più consoni alle strade di Napoli che a quelle del Vallo di Diano, sommerso com’è dai problemi di esondazione ed inondazione.