Ricordi di Missione: ritratti africani, il nostro autista

 Padre Oliviero Ferro

Il personaggio di cui vi voglio parlare era grande e grosso ed era l’autista-meccanico della nostra missione di Baraka (Congo Rd). Sapeva fare andare le landrover, anche se si fermavano. Ed è lui che mi ha insegnato a guidarle le prime volte che sono venuto in Africa. Ci voleva una tecnica particolare, soprattutto nel periodo delle piogge,quando la strada diventava fangosa e scivolosa. Non bastava mettere la doppia trazione. Bisognava imparare come seguire i solchi delle altre macchine per non finire bloccati. Poi come utilizzare il cric per cambiare la ruota, come mettere le assi per uscire da una buca. E soprattutto come attraversare il fiume (non c’era ancora il grande ponte) per non finire nel lago. Era poi un vero artista nel passare sui 51 ponti che ci separavano dal centro della Diocesi, a ottanta chilometri di distanza. Spesso c’erano solo le rotaie,perché le assi erano sparite. E allora bisognava mettere le ruote bene, altrimenti si finiva in fondo. Ma una cosa che lo rendeva simpatico era la sua grande fame. Un giorno mi chiese, avendo visto il nostro gatto, che gli avrebbe fatto piacere metterlo in pentola. Lo guardai sorpreso. Poi mi sono ricordato che c’è una frase che dice “nyama ni nyama”(carne è carne). Insomma tutto quello che si muove si può mangiare. Come quel giorno in cui abbiamo finalmente catturato il “kenge”(un grande lucertolone). Tutti hanno fatto festa e lui era tra gli invitati. Io, per educazione, ho lasciato loro la mia parte…Caro amico. Quante avventure insieme e quanta simpatia mi hai dato!