Nidil Cgil, retribuzioni previdenziali

 i requisiti.

Il continuo aumento del tasso di disoccupazione, soprattutto per le donne (una donna su due non ha un lavoro), la mancanza di risposte da parte delle Istituzioni, la comatosità in cui versano i processi di stabilizzazione dei precari, non possono dirimerci da sottoporre alla pubblica attenzione tutte le nostre preoccupazioni.

I giovani precari già “deboli”, si vedono ulteriormente privati di diritti, non ultima l'approvazione del collegato lavoro ddl 1167/B Se pur propagandate come ossequiose nei confronti delle osservazioni del Presidente della Repubblica, le modifiche apportate dalla maggioranza non hanno in realtà eliminato i motivi di preoccupazione che in più di un'occasione la CGIL ha espresso nei confonti di questo vero e proprio disegno controriformatore del diritto del lavoro. Bisogna mettere in luce i punti sui quali è intervenuta l'ultima lettura del Senato: -arbitrato secondo equità (art.31) con il depotenziamento del ruolo del giudice del lavoro stesso, tentando di relegarlo al puro accertamento dei presupposti di legittimità dei provvedimenti datoriali ; -sottoscrizione della clausola compromissoria (art.31 c.10) per impedire la possibilità di ricorre a un giudice in caso di controversie; -momento in cui si scrive la clausola compromissoria; -regime delle decadenze(art.32 cc.1 e 2). Siamo di fronte ad una legge “sbagliata” che “colpisce il futuro dei lavoratori”, soprattutto di giovani, donne, disoccupati, “precari” già privi di forme di tutela.

L’appuntamento lanciato dal Nidil CGIL, dopo la provocatoria dichiarazione del Presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua, secondo il quale se l’ente previdenziale dovesse “dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”.  Parte delle responsabilità deve essere attribuita alle basse retribuzioni dei precari, spesso non adeguate al lavoro svolto, ma la questione non si esaurisce qui. Infatti, l’aliquota previdenziale per i parasubordinati è pari al 26%, a differenza dei dipendenti subordinati che versano il 33%, e, inoltre, i loro rapporti di lavoro sono per natura discontinui, e ciò pesa molto sulla contribuzione. Inoltre a gennaio il governo ha adottato i nuovi coefficienti penalizzanti di calcolo della pensione, senza istituire l’apposito tavolo con le organizzazioni sindacali: un tavolo, previsto dal protocollo sul welfare del 23 luglio 2007, che dovrebbe avere il compito di adeguare i coefficienti per assicurare pensioni dignitose a tutti.Già dal 2009 NIdiL CGIL, con una petizione che ha raccolto 30.000 firme, ha chiesto che la pensione fosse pari almeno al 60% delle ultime retribuzioni, un requisito minimo per poter garantire pensioni dignitose ai lavoratori precari. NIdiL CGIL ha inoltre chiesto che i compensi dei lavoratori parasubordinati siano agganciati ai minimi dei contratti nazionali di riferimento per i lavoratori con analoga professionalità e che venga aumentata l’aliquota previdenziale.L’iniziativa si è chiusa con l’invito, da parte del NIdiL CGIL, rivolto a tutti i lavoratori parasubordinati, a recarsi presso i patronati INCA CGIL per verificare immediatamente la propria posizione contributiva, sottolineando che la mancata denuncia di irregolarità, oltre i cinque, anni comporta la perdita dei contributi, con inevitabili ricadute sull’entità della pensione.

Intanto il Nidil CGIL di Salerno nella giornata di ieri ha inviato una richiesta formale alle Agenzie per il Lavoro della provincia di Salerno per poter raccogliere informazioni sull’andamento delle domande pervenute presso le agenzie al fine di un eventuale raccordo operativo, circa l’accordo siglato tra le parti in sede ministeriale il 13 maggio 2009, per il sostegno al reddito “una tantum” di 1.300,00 euro a favore dei lavoratori in somministrazione che ne avessero maturato

Si vogliono così capovolgere i fondamentali del diritto del lavoro, nato per tutelare il più debole, con una sproporzione evidente tra lavoratore e datore di lavoro. Il consiglio che NIdiL ribadisce ancora lavoratori è quello di prestare la massima attenzione a ciò che firmano, e di rivolgersi per qualsiasi dubbio alle sedi territoriali, che sapranno fornire tutta l’assistenza del caso.
 La mobilitazione su questi temi e sull’intero scenario della “precarietà” in provincia di Salerno continuerà senza sosta, nelle prossime settimane, all’interno delle iniziative che il Nidil Cgil di Salerno terrà durante il “mese della precarietà”.

 

Il Segretario Provinciale NIDIL CGIL                                            Il Segretario Generale NIDIL CGIL

Antonio  Capezzuto                                                                                Antonella  Caputo