Consorzio Sa/3: licenziare Zambrotti?

Aldo Bianchini

L‘esempio offerto dal prof. Domenico De Masi non è valso proprio a nulla, il processo dello spoil-sistem non vale per tutti. C’è chi vuole e chi non vuole. Il prof. De Masi, notissimo sociologo internazionale, si dimise da presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano all’indomani dell’arrivo del nuovo ministro per l’ambiente di fede  berlusconiana. Lui che era stato nominato dal governo Prodi in maniera trasparente lasciò subito l’incarico anche se poi, per colpa del centro destra, il Parco dovette attendere otto mesi per il nuovo presidente Troiano. Nei Consorzi di Bacino salernitani, che dovevano essere già chiusi dal gennaio 2009 per effetto della dichiarata fine dell’emergenza rifiuti in Campania, la pratica dello spoil-sistem è assolutamente disattesa. Anzi in tutti i modi i vecchi gestori cercano di creare mille difficoltà ai nuovi potenti che aspirano a conquistare le poltrone del comando celandosi dietro supposte lotte per la trasparenza e per la  libertà. Se sarà vero potremo verificarlo soltanto dopo il loro insediamento. Per intanto i vari commissari, di nomina provinciale, studiano le vie migliori per ottenere in visione atti, fascicoli e contabilità. La strada è complicata e irta di insidie e trabocchetti e qualcuno annuncia a chiare lettere che se sarà necessario si potrà fare ricorso anche alle Forze dell’Ordine per entrare nei sacrari e nei forzieri dei Consorzi per scardinare qualsiasi apparato di potere. Diciamo subito che la cosa non è assolutamente semplice e che il ricorso alla forza (anche se giustificato dall’ostruzionismo) è una pratica che bisognerebbe sempre abiurare. E allora come fare e cosa fare per risolvere l’intricata matassa che sta letteralmente mettendo sul lastrico centinaia di famiglie di lavoratori con il grave rischio di ritrovarsi con cumuli di rifiuti per strada, anche nei luoghi dove questo fenomeno è sconosciuto. Come ad esempio nel Vallo di Diano dove la conquista dal Consorzio Bacino Sa/3 è decisamente più ardua rispetto agli altri tre consorzi provinciali. I due principali perni-motori della vecchia nomenclatura del Consorzio, Vittorio Esposito ed Enrico Zambrotti, non indietreggiano neppure di un centimetro dal loro atteggiamento di intransigente resistenza a tutti i tentativi di scardinarli dai loro posti do comando. Se per Vittorio Esposito, espressione politica, la situazione è più complicata in quanto la caduta dello stesso può essere ottenuta solo per compromesso politico visto che non intende attuare lo spoil-sistem, per Enrico Zambrotti la situazione potrebbe essere più agevole. E già circola, anche con una certa insistenza, una voce nei corridoi che contano in seno alla Provincia ed al Consorzio stesso dove, comunque, c’è già qualche fronda. “Licenziare Zambrotti!!”, sarebbe questa la voce corrente e forse anche la parola d’ordine. Voci e parole in un certo senso attendibili in quanto la posizione di direttore generale potrebbe essere equiparata a quella di un manager, per cui sarebbe possibile con atto d’imperio da parte del Commissario la risoluzione del rapporto di lavoro che lo lega a doppia mandata alla storia del Consorzio. Una volta licenziato Zambrotti si aprirebbero tutte le strade anche per la mediazione politica tra le due fazioni in campo, considerato che lo schieramento dei sindaci e dei vari rappresentanti del territorio non è compatto a favore del centro-sinistra. Si procederà con questo sistema per la rimozione dell’ostacolo più grosso alla normalizzazione della gestione rifiuti del grosso Consorzio del Vallo di Diano? Le prossime settimane, se non proprio i prossimi giorni, ci diranno la verità.