Il Ministro Carfagna agli studenti, contro ogni forma di violenza

Il ministro Mara Carfagna ha accolto l’invito del Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Foggia ed ha parlato agli studenti sul rifiuto di ogni forma di violenza e del rispetto del prossimo.”Esistono varie forme di violenza. Da quella contro le donne, che a volta supera i limiti di ogni sana immaginazione per la sua efferatezza, che, ahinoi, è spesso più vicina di quanto sembri, a quella che sfoga le frustrazioni di chi la esercita, in uno stadio, come per le strade della sua città, a quella che colpisce per discriminare il prossimo, magari perché straniero o disabile. Soprattutto in questi giorni, le televisioni e le radio ci raccontano storie deliranti di violenza cieca e ottusa e, a volte, sembra che la risposta a questi gesti sconsiderati sia l’indifferenza. Non è così. Credo che sia dovere di ognuno di noi rispondere con fermezza alla violenza, urlare un deciso “NO!” ad ogni forma di abuso. Di questa missione i protagonisti siete voi, i più giovani, coloro che hanno più energie da investire nel futuro del nostro Paese. La scuola, come ogni Istituzione, vi supporta e “sponsorizza” in questa battaglia. Perché vedete, ragazzi, un Paese violento è un Paese malato. E’ per questo che la legge tutela le vittime e punisce duramente chi la commette. Si tratti di stalking, cioè atti persecutori, molestie o, addirittura, violenza. Il Paese che stiamo cercando di costruire sta dalla parte delle vittime, offre un intervento rapido e, in caso di violenza, la difesa a sue spese. Dopo la legge, nella tutela delle persone, deve essere il senso di civiltà di ognuno di noi, ad intervenire. La prima cosa che dobbiamo imparare è il saper conoscere il prossimo, accettarlo, condividere la sua storia, costruire insieme la realtà in cui viviamo. Voi dovete conoscere quali sono i vostri diritti per riconoscere chi li vuole calpestare, voi siete i primi chiamati a vigilare che nessuno dei vostri compagni, dei vostri amici, si veda negato il diritto più elementare e basilare: quello al rispetto. Se assistete ad episodi di illegalità, dunque, è vostro dovere denunciare. Se qualcuno dei vostri amici o delle vostre amiche vi confida i suoi dubbi, vi racconta storie che sono reati, dovete invitarlo a chiedere aiuto, rivolgersi alle Forze dell’ordine. Pensare che la forza di un uomo si misuri nella violenza contro una donna, discriminare un compagno o una compagna per il colore della sua pelle, deriderlo perché mostra un orientamento sessuale differente o per una condizione fisica di disabilità, non accettare le diverse tradizioni religiose, vuol dire essere vittime di noi stessi, arrenderci alla nostra ignoranza, permettere ai pregiudizi di non farci crescere e maturare. Invece, a scuola si viene per imparare. Prima di tutto ad essere persone migliori, e solo la varietà, le differenze che gli altri vivono, e ci offrono, possono arricchirci e farci vedere la realtà da varie prospettive. Sappiamo tutti bene che la prima reazione a qualcosa che ci sembra “diverso” è quella di nasconderci dietro le nostre paure. La più facile, poi, è vestire la paura con la violenza. Solo se ci spogliassimo, però, di ogni diffidenza, capiremmo qual è la nostra forza: l’essere tutti uguali ed il capire che la “normalità” racchiude proprio tutte le differenze”.