Mangiare, per non morire!

di Rita Occidente Lupo

Lei, una giovane con tanta voglia di vivere, senza la foga texana di voler arrivare. Bensì di volere una famiglia, amicizie, figli. Lizzie Velasquez, 28 kg, ben distribuiti sul fisico macilento, coartato nel dover costantemente nutrirsi per vivere. Consumando di tutto, dalle patatine, alle ghiottonerie. Il suo imperativo,  già dalle prime luci dell’alba: la tabella di marcia, tra calorie e cibi superproteici. Un vezzo, voler narrare la sua storia al mondo intero, sentendosi una ragazza normale, senza voler strappare commiserazione per la condizione fisica. Affetta da una rara malattia De Basy, chi la conosce garantisce che sa vivere con allegria, senza far pesare sugli altri dinamiche psiclogiche. La cecità da un occhio, con seri danni all’altro, le fanno scorgere poco le sfumature. Ma le consentono di mirare dritto all’essenza della vita. Contro anoressiche mode del tempo, civetterie dettate dai kg di troppo, Lizzie tira sospiri di sollievo, pensando che la vita, giammai scelta autonoma, quando impone condizioni non volute. Ma  pur sempre un dono e pertanto da assaporare con tutte le difficoltà. Questo il suo messaggio, che non intende trincerare dietro la scheletrica gabbia toracica o le braccia allungate.  A 21 anni, tra i 28 kg di peso corporeo, un fisico adolescenziale: rammenta quando una brutta ferita all’arto inferiore, le fece avvertire la morte. Guardando a lei, ogni quarto d’ora, 60 pasti al giorno, dipendente dalle lancette dell’orologio, dictat di rimpinzarsi, tanti falsi problemi, da prender sotto gamba, in nome della salute, bene primario non sempre valorizzato a tempo debito.