Pozzuoli: Intercityplus, la Via Crucis di un povero cristo

Quest’anno ricorre il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Eppure l’Italia non sembra né unita, né moderna. Lo spettacolo Intercityplus mette in scena una storia tanto contemporanea quanto antica: la questione dell’emigrazione. Salvatore, giovane ragazzo meridionale, compie il lungo viaggio da sud verso nord alla ricerca di una vita più dignitosa. Un viaggio di 14 stazioni come le stazione che Cristo compie nel suo calvario. Accompagnato dalla madre Maria, dalla fidanzata Maddalena e dal cugino Giovanni, arriva a destinazione “stanco-morto” per la meritata resurrezione a vita migliore.  «Un viaggio dall’esasperazione. Una fuga verso una vita migliore. Un percorso lungo 14 stazioni, come quelle percorse da Cristo nella via Crucis, che diventano 14 stazioni di un Intercity che da Napoli arriva a Treviso. Sette ore di viaggio lungo il quale si consuma la disperazione di un povero cristo meridionale. Disperazione che diventa morte e, ovviamente, resurrezione», Carmine Borrino, autore, regista e interprete dello spettacolo, introduce così il suo lavoro. La stesura del testo se da un lato prende ispirazione dalle Sacre Scritture utilizzando parole e significati come figlio, padre, sacrificio, portare la croce, uomo, che pronunciate da un semplice ragazzo di periferia si caricano di ancor più sacralità, dall’altro risente del linguaggio della comunicazione moderna: veloce, schietta, risolutiva. Interessante poi la struttura della messa in scena, costituita da: prologo – partenza; viaggio – via crucis – crocifissione; epilogo – resurrezione. Drammaturgia che “tenta” un superamento della forma popolare napoletana per eccellenza da cui prende spunto, la sceneggiata, e che ne propone la ri-abilitazione, confermandola genere teatrale vivo e ancora efficace per emozionare. «La canzone popolare – dichiara infatti Borrino – si fa cellula drammaturgica, sbriciolandosi tra le battute, ma è pronta a ri-comporsi nel momento importante per il climax scenico, liberandosi poi in una “sentimentale” catarsi». Uno spettacolo fortemente politico, a testimonianza di quanto la politica sia entrata prepotentemente e in maniera “sporca” nella vita di ciascun italiano. Condizionandone il destino, influenzando amori e umori, ostacolando la crescita di ragazzi che, se pur uomini, non riescono a maturare, e inducendo madri ad esercitare un affetto iperprotettivo nei confronti di figli sempre più precari, sia dal punto di vista sociale e lavorativo che da quello emotivo, affettivo, sessuale. Un testo che racconta la fragilità economica, sociale e culturale del meridione rispetto al Nord industriale e operoso: «Migliaia di persone l’anno si trasferiscono ancora da sud verso nord, un’emigrazione che non si è mai arrestata. Tutti si mettono in viaggio verso una vita più dignitosa, attraversano l’Italia tentando l’ultima carta, sperando di ottenere, lavorando, ciò che fa di un uomo un Uomo». Al pubblico, che si riconoscerà nei personaggi messi in scena perché estrapolati dalla quotidianità, non resterà altro che lasciarsi andare a quella sensazione di “riso amaro” tipica della dialettica partenopea: la tendenza a lamentarsi da un lato, ma anche la propensione a nutrire speranza e fiducia nel futuro. Debutta in teatro alla giovane età di undici anni al fianco di Carlo Giuffrè nello spettacolo “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta, nel ruolo di Peppeniello, e si diploma al conservatorio musicale San Pietro a Majella e all’Accademia di Belle Arti di Napoli col massimo dei voti. In teatro lavora con Angela Pagano, Antonio Capuano, Teresa Saponangelo, Giancarlo Cosentino, Antonella Monetti, Giovanni Boncoddo. Per quattro anni è nella compagnia del musical “C’era una volta…Scugnizzi” (premio ETI 2003), diretta da Claudio Mattone, Gino Landi e Bruno Garofalo. Per il cinema e per la fiction tv è diretto da Antonio Capuano (in “Pianese Nunzio” e “14anni a maggio”), da Andrea e Antonio Frazzi (in “Certi bambini”), dai fratelli Taviani (in “Luisa Sanfelice”), da Riccardo Milani (in “Cefalonia” e “Assunta Spina”), da Giacomo Campiotti (in “Giuseppe Moscati” e nello spot “Pizza Regina Findus”), da Diego Olivares (ne “I cinghiali di Portici”, in cui ha il ruolo di coprotagonista con Ninni Bruschetta, film in concorso al Torino Film Festival 2003).Dal 2006 entra nella compagnia stabile dell’Università di Messina. “Antica Babilonia” è il suo primo lavoro di Drammaturgia (Premio Vigata 2007), diretto da Roberto Azzurro, con musiche originali di Paolo Coletta. Nel 2008 entra nella compagnia di Luca De Filippo che lo vede impegnato nella commedia “Filumena Marturano”, interpretata da Lina Sastri e diretta da Francesco Rosi. Nel 2009 al teatro auditorium Bellini di Napoli va in scena “Nun è peccato”, opera seconda diretta da Carlo Cerciello e interpretata da Milvia Marigliano e Roberto Azzurro. “IntercitytPlus è il suo terzo testo e la sua prima messa in scena.