Salerno: insediamento vescovile di Mons.Moretti

Rita Occidente Lupo

Un bagno di folla ha accolto, nell’assolata Piazza Amendola, alle ore 17,00, il nuovo pastore salernitano Mons. Luigi Moretti.  Il clero ed i laici, i religiosi e la gente comune, ha fatto ala al porporato che, sul palco accanto al primo cittadino salernitano, Vincenzo De Luca ed al cardinale Renato Raffaele Martino, ha sorriso alla folla incuriosita. “L’urgenza di valori-ha proluso De Luca-che ricalchino quelli evangelici, sull’esempio dell’apostolo Matteo, in un parlar franco, senza mezze misure. Una comunità non piegata su se stessa, quella salernitana, che sa accogliere lo straniero, in fuga da guerre e carestie, ma col polso della legalità, in una solidarietà autentica. Salerno, cantiere aperto per il futuro, con spiragli occupazionali, per la piaga cancerogena che affligge il Sud. Abbiamo intessuto rapporti con la Caritas e le associazioni parrocchiali, in un clima di collaborazione fattiva, che si connota di sostegno alle fasce deboli.” “In quanto a franchezza dialogica-ha stigmatizzato Moretti sorridente- son abituato senza interpretazioni di sorta. Amo la schiettezza nel parlare. Al momento della notizia, il 10 giugno, che avrei governato pastoralmente la comunità salernitana, attimi di panico, recuperati nel tempo, con  visite a sacerdoti infermi e sopralluoghi sul territorio. Oggi mi sento pronto ad affrontare la mia nuova realtà, cercando di far appassionare i giovani alla vita, di essere accanto ai deboli ed ai sofferenti. Questo il mandato principale affidatoci da Cristo, povero e solo in croce: ma Lui, di fronte all’umanità, ha palesato la sua disponibilità all’apertura verso ogni uomo. ” Dopo l’omaggio delle chiavi della città, da parte di De Luca, in corteo, verso la Cattedrale, la sfilza di autorità politiche  e religiose, di vescovi, cardinali e fedeli. Alla celebrazione eucaristica, solennemente accompagnata dal coro, che ha incisivizzato il raccoglimento liturgico, il saluto dell’arcivescovo Mons. Gerardo Pierro, che ha consegnato il pastorale, simbolo di passaggio di consegne a Moretti. “Affidiamo il nuovo Arcivescovo all’intercessione della Vergine- ha enfaticamente commentato Pierro-in una città che non oblia la sua storia e che si apre all’Europa. La sede metropolitana e primaziale salernitana, rende il compito del nuovo porporato arduo, ma le mie preghiere, continueranno ad assistere  la comunità ed il suo operato.” “Solo con Cristo, la salvezza-ha punteggiato nell’omelia Moretti- ed io sono consapevole che solo con la grazia, porterò a compimento la mia opera. In ossequio al dettato paolino, so che Cristo m’ha scelto per la mia povertà umana. La mia sarà un’esperienza non solitaria, ma comunitaria, nella costante riscoperta di un Dio Padre, che ha un cuore grande per tutti. Anche per i blasfemi. Non possiamo restare inchiodati ai nostri peccati ed ai nostri tradimenti, ma siamo chiamati ad accogliere Cristo, fondamento di speranza, perchè con Lui, il cammino verso il Padre. Viviamo tempi difficili, ma noi siamo dentro questa storia e pertanto dobbiamo testimoniare che solo l’amore vince, essendo Dio Colui che abolisce di usarci. Il perdono, strumento efficace, per mostrare come soltanto alla Sua luce, l’autenticità della vita cristiana.” Un’omelia toccante, che ha registrato una gremita cattedrale attenta ed entusiasta, come attestato da scroscianti applausi in diversi momenti. Un Arcivescovo che s’è posto, fin dalle prime battute, con estrema semplicità, pur provenendo dagli scanni romani. Un porporato che ha mostrato, col sorriso sulle labbra, di stringere le mani agl’infermi dell’Unitalsi e dell’Amasi, come si fa con gli amici di vecchia data. E questo, la comunità salernitana, ha mostrato d’averlo ben inteso. Insomma, dai maxischermo, un cerimoniale, con tanto di servizio d’ordine, efficiente e scattante. Con una marea di volontari, che hanno tentato di reggere la mole dei fedeli, che voleva invadere anche la corsia centrale. Eccessivamente: diciamo che il rigore, quello eccessivo, stona, Soprattutto non sempre va di passo con l’amore. Infatti, nel corso della celebrazione, gli organi d’informazione sono stati più volte invitati ad indietreggiare, neanche atti a poter scattare foto. E non sono mancati, da parte dei volontari, toni anche saccenti: il tutto, mentre il nuovo presule teneva l’omelia. A fine celebrazione, per qualche flash alla processione, addirittura tacciati di scostumatezza. Al tempio di Pomona poi, ressa e solo pochi eletti! Per noi, vietato l’accesso, in quanto non categoria privilegiata: out dal novero politico!