Villammare: “Il Gusto Divino” di Piccirillo

 Martedi 10  Agosto  2010 presso “ Il Gusto Divino “ di Villammare  alle ore  21.30 sarà presentato il romanzo- confessione di Stefano Piccirillo. Interverranno oltre all’autore Ermelinda Curcio, Tonino Luppino e Manuel Borrelli. Storia di un vincente battuto dall’amore. Di un corteggiato dj di successo messo alle corde dai sentimenti. Romantico come Cirano, geloso come Otello e folle come Orlando Furioso. Stefano Piccirillo, voce storica della radio italiana (Dj di Radio Kiss Kiss), si mette a nudo nel suo primo romanzo dal titolo “La mia guarigione – Storia di un uomo e della sua dipendenza e indipendenza dall’amore” (Ed. Sangel).  In un libro, a metà tra la fantasia e la realtà, racconta dieci anni vita passati a rincorrere il sogno della stabilità sentimentale resa impossibile dal suo modo totalitario di vivere le storie. Un modo che egli stesso definisce “patologico”. Nel suo romanzo Piccirillo racconta il suo duro percorso per uscire dalla malattia amorosa vissuta come dipendenza tossica. Ne viene fuori una fotografia introspettiva di grande forza: quella di un uomo che convive, lotta e vince il suo dolore. Uno scorcio di vita dove il problema centrale è il difficile rapporto con l’affettività  le cui conseguenze segnano anche a livello fisico. L’eccessiva magrezza, ad esempio, e la non accettazione del proprio corpo,  sono solo alcuni dei problemi che l’autore tira in ballo con ciclica regolarità. “La mia guarigione – Storia di un uomo e della sua dipendenza e indipendenza dall’amore”, però, vuole parlare soprattutto di rinascita, di ritorno ad una vita “normale”, situazione inimmaginabile negli anni della “malattia”. Un lungo cammino dove le immagini salvifiche sono rappresentate dal “viaggio” (lunghi periodi di pendolarismo tra Roma e Napoli) e la radio, attraverso la quale Stefano è riuscito a canalizzare i suoi stati d’animo e, anche aiutato dall’affetto dei suoi ascoltatori, ad arrivare ad una “guarigione”. La prefazione del libro porta la firma di Marco Baldini, grande amico di Piccirillo, che con la sua ironia ha spesso contribuito a sdrammatizzare fatti, comportamenti e ossessioni dell’autore. “Stefano – scrive Baldini – mi costringeva col classico “ricatto affettivo, tipo “se sei mio amico mi devi aiutare”, ad andare a fare  appostamenti interminabili  sotto casa della messalina. Dico interminabili perché quando uno soffre della sindrome di cui soffriva Stefano, perde il senso del tempo (lui si ma io no, cazzo!) E allora dopo 1 ora e 50 che eravamo parcheggiati sotto casa di “Sukia”  lui se ne usciva con frasi tipo: “non esc , chissà dov’è” e io intontito dall’attesa e dal rompimento di balle rispondevo molto candidamente: “ sarà uscita”…e lui: “Con chi?”. Allora conscio di aver acceso una miccia rispondevo: – “Ma no, sarà in casa…” e lui imperterrito: “con chi?”. Potete facilmente capire che non avevo difese”.“Quando iniziai a scrivere questo libro ero ancora sotto botta – racconta l’autore dell’introduzione -. Andai in analisi e il mio medico mi consigliò di fissare su carta le mie emozioni. Era un periodo buio. Dieci anni di vita che ho lasciato alle spalle e che vorrei dimenticare, almeno nella loro parte più dolorosa. Nulla però succede invano. Le cose che ho fatto, giuste o sbagliate che siano state, mi hanno dato modo di iniziare una nuova vita”.