Lettere al mondo di Lembo, presto in libreria

Giuseppe Lembo, entro la fine dell’anno 2010 torna in libreria, con ben due volumi. Il primo sarà presentato alla Cittadella del libro di Castellabate -Villa Matarazzo- S. Maria di Castellabate, il 9 agosto 2010, ore 21,00, è un epistolario. Il libro dal titolo “Lettere al mondo” –umanità in cammino- raccontare per raccontarsi, comprende 50 lettere, contenute in 250 pagine. Il secondo, dal titolo “Globalizzazione – viaggio nel potere dal locale al globale”, in 350 pagine, affronta il problema del potere attraverso un viaggio che parte dal locale, per poi osservare il fenomeno in una visione globale, dal punto di vista socio-antropologico e dei comportamenti umani determinati dai poteri forti sulla gente, sempre più sottomessa e lontana anni luce dalle condizioni di potersi difendere e difendere la propria dignità di uomini. Entrambi i libri di prossima pubblicazione, saranno editi dall’Istituto Torre Antica – Cilento Elea, di cui Giuseppe Lembo è attivamente direttore, impegnato a promuovere il cambiamento della società meridionale, ancora fortemente familistica e legata ad un modello di vita assistita e politicamente dipendente con un territorio ancora arretrato, abusato e poco intelligentemente usato nelle sue risorse e nelle sue potenzialità, per sfatare quella terribile ed inamovibile condizione di un mondo di rassegnati e fatalisticamente convinti che non c’è proprio niente da fare. Le tesi di Lembo sono di diversa natura. Studiando attentamente il Sud e le sue tante sofferte problematiche, si è convinto che non solo il Mezzogiorno d’Italia è arretrato ed indietro rispetto al resto del Paese, ma tutti i Sud del mondo, vivono nella loro triste condizione di sottosviluppo, perché ammalati di uomo. È l’uomo che crea sofferenze antropiche per le quali poi non sa o forse non vuole trovare le soluzioni possibili. Un malessere grave, che rende il Sud del nostro Paese ed i Sud del mondo, incapaci di agire per il bene comune e quindi camminare insieme per svilupparsi. In questo mondo di sofferta precarietà, c’è il dio potere che assorbe tutti, controlla tutto ed è il vero padrone di tutti e di tutto, ad un punto tale da vivere in una situazione di libertà controllata, limitata e dimezzata rispetto ai tanti mondi diversi di cui è fortunatamente ricco il pianeta Terra. Tralasciando il potere ed il lungo viaggio che Lembo affronta per seguirlo nel suo percorso locale-globale e gli aspetti spesso devastanti prodotti sui comportamenti antropici sempre più sensibili e condizionati dalla forza esercitata dal potere sull’uomo, l’attenzione prevalente di Giuseppe Lembo, in questa calda estate 2010, è tutta rivolta all’epistolario; diventerà il libro dell’anno, aprendo un capitolo nuovo negli spazi di una letteratura che un tempo si occupava anche di lettere, ma che oggi è fortemente in crisi, se non del tutto scomparsa, lasciandosi dietro un vuoto incolmabile. Le lettere hanno sempre rappresentato un genere letterario importante; tanti gli epistolari pubblicati nel passato. Oggi la cultura dello scrivere lettere è in forte crisi; sono quasi del tutto scomparsi i libri che hanno avuto per obiettivo quello di raccontare per raccontarsi e che significativamente contenevano importanti testimonianze del vivere insieme e dei mondi sconosciuti di tanti personaggi emersi proprio grazie allo stile elegante e comunicativo degli autori delle lettere, dai toni diversi e fortemente differenziati. Il libro di Lembo è, prima di tutto, un epistolario dove si confronta un mondo di umanità, fatto di grandissima “diversità” e di problematiche di pensiero e di saperi su cui ancora oggi e nel futuro, è opportuno sapersi soffermare. La diversità umana, la genialità del mondo ed i saperi che ben rappresentano l’una e l’altra, sono fattori importanti per capire il mondo e le sue trasformazioni sempre più accelerate. Le diversità del mondo hanno un ruolo importante per cui vanno ben conosciute e rispettate. Non è sempre così; spesso, sempre più spesso, si verifica il contrario. Le diversità, una ricchezza dell’umanità, in un mondo sempre più senza bussola, vengono spesso usate ed abusate per gli esclusivi interessi di quanti riescono ad imporre con la forza, mortificando la ragione ed i valori dell’uomo, le tante scelte umane, che non sono per niente libere, ma imposte più che condivise. Il mediatico sempre più invasivo, ha reso virtuale anche la comunicazione interpersonale, ormai assolutamente priva di pathos, di forza comunicativa e del piacere, a base del comunicare autentico, oltre che notizie e conoscenza, anche sentimenti ed emozioni. Oggi, in alternativa alle lettere, c’è l’uso abusato dei messaggi inviati attraverso i telefonini. C’è un comunicare poco comunicante sillabante e fortemente impersonale, freddamente indifferente all’altro; raggiunge in tempo reale le diverse parti del pianeta Terra. Non è più affidato all’inchiostro ed alla carta da lettere, ma a brevi sms che raggiungono l’indifferente e freddo destinatario, provocando un dialogo monosillabato, tra interlocutori sempre più silenziosi ed indifferenti al comunicare autentico ed al trasmettersi emozioni. In questo clima di silenzi rotti da voci sempre più spente ed afone, c’è la grande provocazione di Giuseppe Lembo che, usa la scrittura del suo ricco epistolario, per comunicare prima di tutto emozioni, sentimenti, valori, etica condivisa, conoscenza e saperi; si tratta di un patrimonio dell’umanità in forte crisi, sempre più indifferente all’uomo che si compiace di ricercare le cose che servono per apparire, per conquistarsi il successo e tutto quanto fa grandi agli occhi dei più. L’obiettivo delle 50 lettere scritte da Lembo è quello di rivolgere lo sguardo al mondo ed occuparsi dei tanti e complessi problemi che l’uomo si costruisce con le proprie mani, senza saper trovare la via giusta per uscirne. Il male profondo del nostro tempo è fondamentalmente antropico; purtroppo il pianeta Terra, dove vive una società in cammino sempre più società-mondo, è ammalata di “uomo”. Cosa fare? Come uscirne fuori? Per uscirne, per riprendersi la luce ed evitare di lasciarsi travolgere da eventi devastanti e distruttivi per la stessa vita dell’uomo sulla Terra, ognuno deve riconsiderare se stesso; è importante conoscersi meglio ed aprirsi al dialogo ed al confronto con gli altri, interrogando sempre più spesso i tanti saggi dell’umanità che possono dare un contributo per vivere meglio insieme. L’uomo che si conosce sempre meno, è una e vera e propria scheggia impazzita; è in crescente conflitto con se stesso, con gli altri uomini e con la natura, ormai degradata ad un punto tale che è difficile tornare indietro, riequilibrarne le sorti e rendere possibile la continuità della vita dell’uomo sulla Terra. Le lettere sono raggruppate per argomenti: – lettere al mondo sui problemi del disagio umano del nostro tempo e sulle violenze dell’uomo sull’uomo; – lettere ai grandi protagonisti del pensiero e del sapere umano di tutti i tempi; – lettere ai geni dell’umanità, per il ruolo delle grandi conquiste nel campo della scienza e dell’impegno per aiutare l’uomo a vivere meglio la propria vita terrena; – lettere ai “protagonisti” della cultura, del pensiero, dell’educazione, dei saperi, dell’arte e delle genialità creative, oggi patrimonio dell’umanità; – lettere ai grandi personaggi, protagonisti centrali nella storia del mondo; – lettere agli operatori di pace e di grande impegno civile, testimoni e costruttori di un mondo nuovo, basato sul protagonismo delle “diversità umane”, il cui incontro è una grande ricchezza per l’uomo in cammino del Terzo Millennio; – lettere alla Chiesa ed a quanti, operatori di fede, hanno lasciato in eredità valori importanti per costruire un’umanità nuova, nel rispetto delle persone e della dignità umana troppo spesso tradita, soprattutto se riferita ai poveri del mondo, agli ultimi della Terra, predestinati a dover sempre pagare; – lettere alla multietnicità, al meticciato culturale ed umano; – lettere incontro di diverse civiltà, fonti di importanti contaminazioni culturali, una ricchezza per l’uomo del Terzo Millennio; – lettere ai poveri del mondo, alla fame assassina, un olocausto senza fine per i tanti che nascono per vivere il loro breve inferno terreno e poi morire. La fame e le povertà diffuse sono un vero e proprio disastro per l’umanità. Bisogna farne un problema di coscienza universale, affinché dalla faccia della Terra scompaia la “morte per fame”, un crimine infame dovuto alla feroce disumanizzazione del mondo; – lettere allo sfruttamento che crea violenza. Occorre ridurre i privilegi e pensare ad un futuro condiviso nel rispetto dell’uomo; occorre far guarire il mondo dal grave e diffuso male che si chiama “potere”; – lettere sull’importanza di conoscere se stesso e di fare della modernità un’opportunità per lo sviluppo fondato sui valori.  Il disagio del mondo richiede un mondo cambiato; un mondo, fortemente umanizzato; un mondo ricco di saperi, per evitare che, la mancanza di valori, lo rendono facilmente sporcabile Con questo lavoro letterario Giuseppe Lembo si è messo in ascolto della società e, pensando ai diritti universali ed universalmente condivisi, interrogando gli “altri illustri”, sia del passato che del presente, pensa, magari sognando, di costruire un mondo nuovo, un mondo con protagonista un’umanità in cammino, per la quale è importante raccontare per raccontarsi e pensare insieme al bene comune, facendo diminuire le paure e crescere i sogni. Per evitare il mutismo dell’uomo, di un uomo sempre più afono, Giuseppe Lembo leva la propria voce e scrive un epistolario che, attraverso il pensiero dei grandi del passato e non solo del passato, vuol fermare l’attuale impoverimento dei contenuti linguistici e le tante storie di umanità cancellate. Per questo è in buona compagnia. C’è la guida illuminata del “pensiero del mondo” e delle menti illuminate che hanno saputo e sanno ancora oggi operare per il bene dell’umanità. Da Parmenide, a Galilei, da Albert Einstein ad Arthur Schopenhauer, da Martin Luther King a Maometto, Budda, da Dio a Papa Giovanni XXIII che ha cercato l’importante contatto con tutte le religioni del mondo, è un susseguirsi di dialoghi che Lembo vivacizza ed attualizza, interrogando questo o quel personaggio, per trarne fini utili per un mondo nuovo, per una nuova umanità che, dal passato senza fili spezzati, sappia portare l’uomo nel Terzo Millennio, senza minare alla base la sua identità di uomo della Terra. Le 50 lettere scritte da Giuseppe lembo a questo e/o quel personaggio, come da allegato elenco, rappresentano una finestra aperta sul mondo, soprattutto sul mondo del sapere, della conoscenza, dei valori e dell’etica condivisa che giova a tutti conoscere ed esserne contagiati. L’epistolario di Giuseppe Lembo è un libro diverso; farà discutere a lungo. In tanti potranno ritrovarvi quel pensiero che aiuta a capire realmente chi siamo, da dove veniamo e dove pensiamo di andare; aiuta, tra l’altro, a conoscersi, a scoprire l’umanità dell’altro ed pensare positivo per un cammino insieme per un mondo nuovo, dove ci sia il rispetto di tutti per tutti gli uomini della Terra, nessuno escluso.