Il futuro delle origini

                 Padre Oliviero Ferro

La tradizione continua. Ogni anno i giovani che seguono i missionari in Campania (Saveriani-e; Pime e MdI, Comboniani-e; Villaregia e Milmac) con la Pastorale giovanile e i Centri missionari di Napoli e Pozzuoli hanno avuto la gioia di ritrovarsi insieme. Eravamo una settantina. Accoglienza l’abbiamo avuta nel piazzale della chiesa della Sanità. Subito dopo siamo entrati a riflettere davanti alla catacombe di San Gaudioso, vescovo africano. Ci è stata ricordata l’importanza dell’accoglienza e di vincere i pregiudizi.  Insieme, pregando e cantando ci dirigiamo verso la chiesa di San Gennaro dei poveri. Il tema della testimonianza ci accompagnerà per tutta la giornata. A turno, i vari gruppi animano questo nostro pellegrinaggio. Due soste prima di entrare: una alla ex chiesa dell’Immacolata e l’altra all’interno del cinquecentesco ospedale di S.Gennaro. Entriamo nella basilica di san Gennaro del VI° sec., che è contigua alle catacombe. Un video ci presenta il Miglio Sacro, l’antico percorso che dal Duomo saliva fino alle catacombe e percorso da tanti cristiani prima di noi. Una forte emozione ci prende entrando nelle catacombe. Lì riposano i nostri fratelli e sorelle nella fede che hanno dato la vita per qualcosa di importante: l’amore per Dio e per i fratelli. Tutto questo è inserito nel quartiere della Sanità che come ci ha ricordato il parroco don Antonio, sta riprendendo vita. La nostra presenza e l’immergersi in questa realtà poco conosciuta,ci ha aiutato  a sentirla viva. Viviamo l’Eucarestia in tre momenti. L’ascolto della Parola e il ricordo del nostro battesimo nelle Catacombe.  La seconda nella Basilica. Infine saliremo alle tombe dei martiri.“Il futuro delle origini” è per noi un dare significato alla vita di oggi,senza dimenticare da dove siamo partiti.. I testimoni della fede hanno intriso il loro sangue con quello di Cristo e ce lo hanno trasmesso. E noi portiamo nel nostro sangue il loro amore. Davanti al Battistero,dove i primi cristiani di Napoli sono stati battezzati(nella notte di Pasqua), don Michele del Centro Missionario Diocesano di Napoli, ci ha accolto e introdotto nella celebrazione.“Voi siete la Luce” dice Gesù. Ascoltando la Sua Parola,ricarichiamo le forze della nostra vita. “Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza,ma di coraggio” ci dice l’apostolo Paolo. E qui nelle catacombe vediamo queste persone coraggiose che non hanno avuto vergogna del Vangelo. E come Pietro e gli altri apostoli sono diventati “pescatori di uomini”, annunciando la Parola di Gesù dappertutto. Don Michele ci ha ricordato che è questo “il nostro momento, perché la terra attende la primavera”. Uomini venuti da lontano, anche dall’Africa(Gaudioso, Quod Vult Deus, Procolo…). Hanno intriso il loro sangue nella nostra terra. Insieme ai giovani di questo quartiere, testimoni dei primi cristiani, dobbiamo ricordarci l’accoglienza, la fraternità. Qui, nelle catacombe, Gesù ci ricorda che ha bisogno di noi, il mondo ha bisogno di noi. Non possiamo tirarci indietro. Como al discepolo di Paolo che è Timoteo, così anche a noi viene detto di Non avere Paura. E’ il tempo dei profeti, dei testimoni. Suonano le campane, che ci ricordano che è mezzogiorno. E’ il momento di rinnovare il nostro battesimo, intorno al Battistero. Il mondo non ha confini, la terra è di tutti. Dobbiamo abitare la terra come fratelli. Ora con il segno dell’acqua, ridiamo freschezza alla nostra vita e alla nostra fede. Dopo aver chiesto perdono per la nostra timidezza, irrobustiamo la nostra fede come comunità, unità da un medesimo ideale. Con il segno della croce, bagnato dall’acqua del battesimo, continuiamo il nostro cammino, condividendo l’Eucarestia.

Poi di nuovo rientriamo nelle catacombe e ci mettiamo in ascolto. San Gaudioso, san Gennaro e gli altri martiri ci parlavano, ci comunicavano i loro problemi, le loro gioie di averli superati, mescolando il loro sangue con quello di Cristo. Anche noi dobbiamo mescolare il nostro con quello di Cristo e dei fratelli, in ogni luogo e in ogni tempo. Passando davanti alle tombe(cubiculi, arcosoli e tombe terragne) i volti dei martiri entravano nel nostro cuore. Erano persone importanti e anche semplici: uomini, donne, bambini che venivano da tutto il Mediterraneo, il “mare nostrum”. E’ il mare che è anche una tomba per tanti immigrati di ieri e di oggi. Davanti al luogo del riposo di san Gennaro e dei suoi compagni, abbiamo pregato, ricordando che oggi è il 2 giugno, per un’Italia più unita, più fraterna, più accogliente. E poi, “tornammo a riveder le stelle”. Uscendo dalle catacombe, ringraziamo il giovani della cooperativa che con entusiasmo si dedicano alla conservazione di questo gioiello, di questo dono delle “origini”, vissuto nel “presente” per un “futuro” migliore. La giornata è continuata nel Seminario con la condivisione del cibo e della gioia. Si è giocato, ci siamo divertiti, conosciuti e voluti bene. Una tappa del cammino è terminata. Ma non ci fermiamo qui. Noi siamo “il futuro delle origini”. Non dimentichiamo il passato, ma con il nostro entusiasmo “liberi di volare”. Vogliamo rendere il mondo migliore di come l’abbiamo trovato.

Dalle Catacombe di san Gennaro, in Napoli-Sanità