Vita di Missione: Alfabeto Africano, O come Orologio

Padre Oliviero Ferro

C’è una cosa che mi ha sempre fatto sorridere in Africa. Noi siamo abituati a portare l’orologio al polso per verificare l’orario. Le mamme africane, anche loro desiderano averlo. Ma se gli chiedi che ore sono, comincia il teatro. Cominciano a guardarlo dall’alto in baso, da destra a sinistra e poi…non ti danno la risposta. L’importante è averlo. Loro sono più abituate ad alzarsi quando fa luce e ad andare a dormire quando diventa buio. Il tempo in Africa è un’idea tutta da verificare per noi europei. Quando ti dicono che una riunione è prevista, “a partire dalle ore dieci…”, tu non andare a quell’ora. Ma comincia a metterti in cammino che arriverai in orario,magari alle undici e sarai sicuramente tra i primi. Se qualcuno ti dice che sta arrivando(come mi è già successo), vorrà dire che forse sta per partire. Quindi non prendertela. Continua a fare le tue cose. Quando ti arriverà,magari si scuserà dicendo che avuto degli imprevisti. Se poi dici di trovarsi presto al mattino e quel giorno il cielo è coperto,allora ci sarà un ritardo fisiologico delle persone. L’importante si dice che “l’ora è l’ora”, se si cambia,non è più l’ora. Per noi che veniamo da lontano,il ritardo non è accettato. E così anche per loro, in teoria, ma in pratica, non bisogna prendersela. L’importante è fare la riunione. Qualcuno che insiste sul rispetto dell’ora, rischia di farsi venire la pressione alta. Allora,con un po’ di pazienza e qualche battutina, si va avanti. Il tempo è fatto per l’uomo,non l’uomo per il tempo. Semplice,no!