Terzo millennio Sud

Giuseppe Lembo

Il Mezzogiorno la deve smettere di fare la vittima e far credere che è stato penalizzato dal processo di unificazione nazionale. Non è vero. Non è così. L’Unità nazionale, se in qualche modo è rimasta “unità incompiuta”, lo si deve al mancato protagonismo della gente del Sud, incapace di saper vivere ed ancora di più, di voler vivere da “italiani”. L’italianità è stata vista come un fatto secondario; assolutamente accessorio. Purtroppo il meticciato frutto della sovrapposizione delle diverse dominazioni, non ha determinato nella gente un forte spirito identitario ed una forte appartenenza da “popolo protagonista”. Purtroppo al Sud l’identità è stata secondaria rispetto al vero volto che è stato sempre quello di “plebe sottomessa”, sulla quale hanno prevalso i poteri forti della politica e della stessa Chiesa che hanno influito negativamente sulla storia della gente meridionale.Poco protagonismo, poca capacità critica, poca autonomia d’impresa, hanno fatto del Sud una realtà residuale del Paese; in questo ruolo, è diventato poi un serbatoio di manodopera utile, sfruttato dalle industrie del Nord, interessate a crescere e ad arricchirsi anche attraverso le risorse umane del Mezzogiorno, fatalisticamente rassegnate a vivere da “ultimi”, accontentandosi di vivere anche con le sole braccia della residualità assistenziale. Al Sud, perché è fallito il processo di Unità Nazionale? Perché la gente aveva condizioni di partenza assolutamente negative? Prima del 1860, al Sud c’era una popolazione analfabeta pari all’80%; al Nord era del 40 – 50%. L’economia del Nord era più dinamica; più viva rispetto a quella stagnante del Sud. Al Nord si esportava verso gli altri Paesi europei. Da qui la genesi di un Risorgimento imposto, ma non pensato, né voluto dal Sud, altrettanto indifferente al processo di unità del Paese, non pensato, né voluto. Sono passati ormai 150 anni di unità nazionale; ancora resta un’unità incompiuta, di un’Italia divisa in due e/o più parti, per sviluppo, per qualità della vita, per crescita socio/economica delle popolazioni, sviluppate al Nord e sempre più sottosviluppate e sottomesse al Sud.