La Liguria verso il ticket degli accessi al Pronto Soccorso

Giovanna Rezzoagli

Ormai sembra una misura non più rimandabile. La Regione Liguria si accinge ad approvare il pagamento ticket, per un importo di circa 36 euro, per ogni accesso al Pronto Soccorso cui venga assegnato il codice bianco o il codice verde. In verità già da tempo i cosiddetti “codici bianchi” pagavano il ticket più eventuali accertamenti diagnostici, essendo relativi a situazioni non urgenti e demandabili all’intervento del medico di famiglia o della guardia medica. I “codici verdi” costituiscono la stragrande maggioranza (quasi il 90%) degli accessi, e riguardano tutti quei casi che richiedono un pronto intervento ma non presentano caratteristiche di criticità per la vita del paziente. Rimarranno totalmente gratuiti gli interventi sui “codici gialli”, riguardanti situazioni che necessitano di cure tempestive, e quelli sui “codici rossi”, assegnati a tutti i pazienti che arrivano in ospedale in condizioni di estrema gravità. Quello che sicuro è lo stato di forte deficit in cui versa la sanità ligure. Una sanità che funziona, nella Regione più vecchia d’Italia. Il tasto dolente in Liguria sono proprio gli anziani. Com’è ovvio, sono proprio loro ad avere maggiori necessità di ricorrere alle strutture pubbliche, sono sempre loro ad avere spesso problemi a far fronte alle spese per curarsi. La solitudine, le difficoltà che con gli anni aumentano, i problemi a far quadrare i conti con la pensione, sono solo alcuni dei tanti elementi che concorrono a rendere amara l’ultima parte della vita per molte persone. E’ facile intuire che l’introduzione del ticket farà aumentare i casi di pazienti che non si avvicinano alle cure se non quando è tardi. Un esempio su tutti: l’ischemia cerebrale. E’ sufficientemente noto che prima si giunge al pronto Soccorso, più alte sono le possibilità di essere curati riducendo di molto il rischio di riportare disabilità permanenti. Lo stesso dicasi per patologie quali l’infarto del miocardio, o apparentemente più “banali” quali una colica renale. Costa di più, sia in termini economici che umani ed etici, un accesso al Pronto Soccorso o curare una persona che ha perso l’autosufficienza? Allora, da professionista che ha lavorato anni ed anni con pazienti in condizioni spesso critiche, da persona che si confronta con le realtà umane più varie e variegate, mi chiedo: perché non legare il pagamento di un ticket alla patologia curata effettivamente piuttosto che al colore del codice assegnato all’accesso? O ancora, anche se impopolare perché non far pagare salato gli accessi al Pronto Soccorso legati all’abuso di alcol e sostanze stupefacenti? I vantaggi potrebbero essere tanti, in primis quello di non scoraggiare a priori i pazienti dal recarsi con fiducia in ospedale. Anche i furbi di turno, che si recano in al pronto soccorso per scroccare un esame per cui dovrebbero pazientare come tutti verrebbero scoraggiati. Le ragioni della politica seguono logiche che non sempre sono immediatamente comprensibili al comune cittadino.