Un Uomo davvero grande

Salvatore Ganci

“Sacred to the memory of Thomas Young M.D. Fellow and Foreign Secretary of the Royal Society Member of the National Institute of France. A man alike eminent in almost every department of human learning. Who, equally distinguished in the most abstruse investigations of letters and of science, first established the undulatory theory of light and first penetrated the obscurity which had veiled for ages the hieroglyphicks of Egypt. Endeared to his friends by his domestic virtues, honoured by the World for his unrivalled acquirements, he died in the hopes of the Resurrection of the just. Born at Milverton in Somersetshire June 13th 1773, died in Park Square London May 10th 1829, in the 56th year of his age.” “Consacrato alla memoria di Thomas Young, Dottore in Medicina, Socio e Segretario corrispondente per l’estero della Royal Society, membro dell’Istituto Nazionale di Francia. Un uomo allo stesso modo eminente in quasi ogni settore del sapere umano. Che, allo stesso modo si è distinto nelle indagini più profonde di Lettere e di Scienza, per primo stabilì la teoria ondulatoria della luce e per primo fece luce nell’oscurità che ha nascosto per secoli  i geroglifici d’Egitto. Caro ai suoi amici per le sue virtù familiari, onorato dal mondo per le sue cognizioni senza eguali, è morto nella speranza della risurrezione dei giusti. Nato a Milverton nel Somerset il 13 giugno 1773, morto a Park Square a Londra il 10 maggio 1829, nel cinquantaseiesimo anno della sua vita.”Questo l’epitaffio di Thomas Young, probabilmente l’ultimo dei “Filosofi Naturali” quando le conoscenze odierne erano lontane dal venire e i pionieri del Sapere erano versati nelle Scienze e nelle Lettere. Inutile ripetere la sua importanza nella teoria ondulatoria della radiazione ottica, anche se, strano a dirsi, l’unica linea guida di Thomas Young fu l’analogia tra suono e luce, riconoscendo alla luce un attributo di periodicità ma non sbilanciandosi mai oltre il principio della sovrapposizione che, unitamente al’attributo di periodicità dava alla luce la caratteristica di onda. Chi scrisse il suo epitaffio si spinse oltre e forse seppe anche guardare oltre. Eppure, per quanto abbia cercato nei suoi scritti, il termine wavelength (lunghezza d’onda) non compare mai. Come non mi risulta comparire con chiarezza il termine “Diffraction” che viene usato promiscuamente con il termine “Inflection” solo in un celebre articolo del 1804. Che i virulenti e bassi attacchi di Lord Henry Brougham sulla Edimburg Review abbiano anche prodotto l’effetto di una certa prudenzialità nell’uso del newtoniano “inflection” in luogo del provocatorio “diffraction” usato da Augustin Fresnel? Ciò che meraviglia nel rapporto conflittuale tra Henry Brougham e Thomas Young è che entrambi presentavano convinzioni sociali e civiche pressoché identiche. Due uomini entrambi contro la tratta degli schiavi, pratica usuale e tollerata dell’epoca, due uomini profondamente morali eppure uno (Lord Brougham) acerrimo nemico dell’altro, fino a giungere all’insulto basso e gratuito sulla Edinburgh Review. La biografia che offre di Thomas Young Francois Arago, ci mostra un uomo mite, con una moglie molto più giovane di lui (e che gli sopravvisse) e che, nonostante la vasta produzione scientifica e letteraria, non disdegnava la vita sociale dell’epoca. Oggi la Teoria della Diffrazione come concepita da Thomas Young e dimenticata per oltre ottanta anni, è stata ripresa da due lavori pionieristici di Gian Antonio Maggi nel 1886 e di Adalbert Rubinowicz nel 1917; rivalutata e quantificata nella odierna “Boundary Diffraction Wave Theory” che affianca la trattazione “classica” derivante dal principio di Huygens-Fresnel che descrive il propagarsi di un fronte d’onda come inviluppo di onde sferiche elementari. Ma l’enorme cultura di Thomas Young gli attribuisce il primato di avere stabilito le basi per la comprensione dei geroglifici egizi. Eppure tutti noi pensiamo sempre a Champollion che ne approfondì ed estese le conoscenze e non a Thomas Young. L’uomo davvero grande, anche nella fama, predilige i pochi e non la moltitudine, predilige la quieta riflessione e non il clamore. Il 13 giugno 2010 ricorreva il duecento trentasettesimo anno della  nascita di un grande Uomo di Scienza che ho voluto brevemente ricordare.