Prefetti e Questori: disparità di trattamento

Rita Occidente Lupo

Prefetture sì, Prefetture no. In Capitale, domani un summit, voluto dal Prefetto di Roma, su quelli che sono i tagli eventuali a tali enti del Ministero degl’Interni. La notizia che molti Prefetti salterebbero, mentre i Questori resterebbero impettiti al loro posto, sta creando panico ed indecisione tra molti funzionari. In realtà il discorso è squisitamente politico. E si pasce dei vari umori di bandiera: la Lega ha presentato da tempo un emendamento, che prevede la contrazione, lasciando solo nei capoluoghi di regione, l’ente. Dalla parte opposta, chi rivaluta la figura del Prefetto, per gli svariati compiti istituzionali, accanto allo spiccante ordine pubblico, bandendo mode francesi. Il tutto, sotto gli occhi delle Questure, avulse da tale discorso anche in merito ai tagli. Infatti, l’economo Brunetta, sempre pronto con la scure sulla pubblica amministrazione, ha pensato bene di far quadrare i conti alla meglio: bloccando per  un triennio emolumenti previsti per avanzamenti di carriera. Se ciò penalizza fortemente le Prefetture, lascia indenni Questure e Vigili del Fuoco.  Facilmente intuibile la ribellione che si respira nell’ambiente. Di qui scioperi e proteste: il 1 luglio, per tali motivazioni, in tanti a sfidare la piazza in Capitale. Il blocco degli stipendi per i funzionari di Prefettura,  al di là delle promozioni, proprio non va giù. La Polizia, in tale bailamme, non equiparata  al settore pubblico: su tale disparità di trattamento, mitraglianti lamentele. Al Prefetto, stipendio bloccato, al Questore no. Francamente il dictat si tinge d’ incostituzionalità.  Con il caldo che avanza, il congelamento dei contratti scivola sulla buccia di banana dell’appiattimento: non era stato proprio Brunetta a parlare di motivazioni professionali, di scatti, per promuovere la qualità lavorativa?