Salerno: Fort Apache, De Luca rischia tutto

Aldo Bianchini

King Kong messo in una cristalleria avrebbe fatto meno danni di quanti ne sta facendo Vincenzo De Luca dentro il suo Fort Apache. Siamo alla tredicesima puntata della telenovela per raccontarvi un altro spaccato inedito del tramonto dell’era deluchiana. Oggi non mi soffermerò, ovviamente. Sulle ultime rivelazioni della stampa locale che da per persa anche la SIIS (Servizi Idrici Integrati Salernitani) grazie all’accordo tra Antonio Valiante (Geronimo) e Edmondo Cirielli (Cochise)  e sul fatto che alla presidenza della Consac (maggiore azionista delle quote Siis con il 34%) andrebbe Simone Valiante mentre ad Ortensio De Feo toccherebbe lo stesso Siis, non voglio commentare più di tanto, sono sufficienti da sole le notizie stampa. Resta l’evidenza che sempre meno acqua (potere, posti e danaro) arriva nelle cantine quasi a secco del forte. Non voglio nemmeno più intrattenermi sulle indubbie insolenze che la presenza del figlio Piero (Osceola) provoca in chi è costretto a subirne gli effetti nel corso di riunioni anche dal carattere molto riservato. Oggi mi riprometto di raccontarvi almeno due fatti quasi totalmente sconosciuti. Il primo riguarda Salerno Sistemi (tanto per cambiare acqua!!). La società partecipata acquista acqua dall’ Asis (pres. Nello Fiore), dall’Ausino (pres. Achille Mughini) e da Campania Acqua; quindi la Salerno Sistemi ha maturato debiti anche nei confronti dell’Ausino e di Campania Acqua (oltre ai sei milioni di euro per l’Asis, di cui al tentativo riscossione forzata di questi ultimi giorni), e per questi due creditori non si è ben capito a quanto ammonta il deficit del Comune di Salerno. Ma c’è di più. Quando arriva in tutte le nostre case la bolletta dell’acqua in essa c’è anche la  quota di fogna e depurazione che va al Comune ed all’ASI per il 50% rispettivamente. Non sappiamo come viene impegnata e poi spesa la quota che va al Comune ma non si consce addirittura niente di quella in capo all’ASI che, sempre di più, appare come il vero porto delle nebbie salernitane. Il presidente Felice Marotta, almeno ora, dovrebbe avvertire la necessità di rendere pubblici i dati riferiti alla quota incassata dalle bollette casalinghe. C’è un’altra esclusiva. Fino a qualche tempo fa la holding imprenditoriale detta “Chechile” appariva pubblicamente come l’impresa di riferimento del Comune per via dei tanti lavori pubblici e privati commissionati e realizzati (Grand Hotel, Jolly Hotel, residenze abitative dei Picarielli, ecc.ecc.). Da un po’ di tempo a questa parte sembra invece che la leadership in questo campo sia stata assunta dalla holding facente capo alla “famiglia Rainone”. Quest’ultima pare abbia chiuso gli accordi con Lettieri per la MCM, con il Comune per i frangiflutti con gara ancora in corso, e sempre con il Comune e la Curia per il programma  “+ Europa” inerente la riqualificazione edilizia per Montevergine (convento nel centro storico). In cambio, forse, l’assicurazione della vittoria nella gara privata per la costruzione del Crescent che però è andata male, anzi malissimo. La famiglia Rainone è fuori dai giochi, con grave ripercussione su tutto il resto. Cosa inventerà il Comune,  questa volta, per salvare capre e cavoli e calmare la rabbia del sindaco?, in tanti se lo chiedono ma nessuno sa dare risposte. Intanto Fort Apache è sempre d più stretto in un asfissiante assedio.  Alla prossima.