Salerno: l’ass. prov.Bellacosa commenta l’art. di Aldo Bianchini

Carissimo Aldo,

 mi piace molto l’idea di affidarmi ad uno scritto, per dire la mia sulle tue osservazioni ed anche per provare a chiarire le ragioni della mia scelta politica. Lo faccio con l’auspicio che anche la mia lettera abbia spazio sul giornale, tant’è che ho pure provato ad ipotizzare un titolo. Voglio anche premettere, e lo dico con sincera convinzione, che io ho grande stima ed ho un cordialissimo rapporto con tutti i giornalisti, anche con quelli più provocatori ed apparentemente ostili, perché credo nel loro lavoro e riconosco loro il merito di saper mantenere l’attenzione dei lettori, molto di più di quanto non sappiano fare tante persone impegnate in politica. Ma voglio anche dire che ho una speciale considerazione per te, e non solo per i tuoi capelli bianchi, che per la educazione a me impartita, pure sarebbero sufficienti ad ispirarmi rispetto e riguardo. Ci tengo a chiarire che sono un appassionato di storia e molto più di me è un appassionato ed un cultore di storia il Presidente Cirielli. Mi piace spesso ricordare la sua definizione dei corsi e ricorsi storici di vichiana memoria, col richiamo alla centralità dell’uomo: “la storia si ripete perché la storia la fanno gli uomini e gli uomini non cambiano”. Conosco molto bene anche la storia del Vallo di Diano, per le mie origini e per la grande attenzione che mio padre e mia madre gli hanno sempre riservato. E credo che ci siano stati grandi uomini anche nel Vallo di Diano. Se il Vallo di Diano resta la bellissima terra che è e che ci viene riconosciuta come tale da chiunque vi si reca in visita, allora un qualche merito avranno gli uomini del Vallo di Diano. Di questo sono e resto convinto e per questo mi sento grato ad uomini politici come Enrico Quaranta, Gerardo Ritorto e Gianfranco Federico, ma anche a religiosi illuminati, come Frate Antonio Forte, e ad artisti d’avanguardia, come “l’architecnico” Luigi Stabile. L’elenco potrebbe proseguire e meriterebbe di essere aggiornato, evocando i tanti che, negli anni più recenti, pure hanno continuato ad impegnarsi per la valorizzazione e la promozione del nostro territorio. La verità è che, se ancora c’è tanta afflizione con tante carenze, allora c’è ancora tanto da fare e faremmo un torto alla nostra terra se non ci impegnassimo per realizzare i nostri propositi. Io non ho una storia politica e sicuramente non posso vantare una risalente appartenenza al partito delle libertà, che peraltro è appena stato costituito. Ma conosco la storia ed ho ben chiare alcune direttrici della mia azione politica: fare, innanzitutto e sempre, quello che la legge impone di fare, anche se a costo della impopolarità o inimicizia; impegnarsi nell’azione amministrativa, dando voce alle esigenze di una comunità e quindi ascoltando chiunque, di destra o di sinistra che sia; gestire la cosa pubblica, con ancora maggiore attenzione di quella riservata alla cura dei propri affari, dovendosi avere maggior rispetto di ciò che è di tutti e che noi, solo “pro tempore”, siamo chiamati a preservare per i nostri figli. Questo è l’insegnamento che ho avuto da mio padre, che è stato il mio primo Maestro, nella vita e nella professione di avvocato. Lui sa, solo avendomi guardato dal cielo, del mio impegno politico. Ma, per la mia attività di avvocato, mi ha sempre invitato a studiare ed a studiare molto, “perché nei libri avrei trovato ogni risposta ed avrei potuto competere con chiunque”.Oggi, in politica, adotto il medesimo sistema: mi impegno, mi documento, studio, fino a quando riesco a mantenermi sveglio, e così sono certo di aver dato il massimo al servizio di un impegno cui mi ha chiamato il Presidente Cirielli. Ci tengo a dire che il mio unico altro Maestro, in politica, è Edmondo Cirielli, che ho scoperto a seguire le mie stesse direttive e ad attuare lo stesso insegnamento di mio padre. Posso dire, allora, che le nostre scelte sono condizionate solamente da questa regola, che è regola di vita e di comportamento. E la nostra azione non è dunque influenzata dal giudizio di pochi moschettieri o da una disattenta valutazione della storia ovvero dalla preoccupazione di adottare scelte impopolari o, peggio ancora, dalla premura di fare qualcosa di diverso dal passato, quasi che tutto sia stato sbagliato nel passato. Io faccio solamente ciò che, con sincera convinzione, ritengo giusto e doveroso. Come invitare l’Associazione Arti e Mestieri a liberare i locali che “irregolarmente” era detenuti, visto che la legge vieta agli enti pubblici di concedere i propri beni in comodato gratuito e visto che neanche un contratto di comodato esisteva. Ho parlato – e ci tengo a sottolinearlo – di “irregolarità” e non di “illegalità”, proprio per non essere impudente e proprio perché ritengo che ogni parola vada misurata, nel rispetto degli associati, probabilmente inconsapevoli ed incolpevoli della violazione consumata. Del resto, alla Associazione ed a tutti quanti vogliano portare cultura ed arte, nella Grancia, come nel Vallo di Diano o nella nostra provincia, la Provincia di Salerno darà sempre la propria disponibilità. Per adesso, ed ancora per gli anni a venire. Sino a quanto i salernitani vorranno.

 Con affetto, Adriano Bellacosa

 

2 pensieri su “Salerno: l’ass. prov.Bellacosa commenta l’art. di Aldo Bianchini

  1. Complimenti all’assessore ”dal guanto di velluto, ma dal polso di ferro”.

  2. condivido ed apprezzo tutto quello che l’assessore bellacosa scrive, ma mi permetto di fare un piccolo appunto, conoscere le esigenze di un territorio vuol dire appartenere ad esso, vuol dire viverlo quotidianamente, vuol dire conoscere la gente ed essere in grado di chiamarla per nome, il suo Maestro politico lo fà lei può vantare le stesse conoscenze, credo di no.

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