Vita di Missione: Alfabeto Africano, F come Funerale

Padre Oliviero Ferro

Quando da noi in Italia qualcuno muore, dopo uno o due giorni, si fa il funerale e tutto finisce lì. Invece in Africa, in particolare in Camerun, dove sono stato per 5 anni, è diverso. Quando una persona sta per morire, riunisce intorno a sé tutta la famiglia(la parentela). Tutti sono attorno al suo letto. Comunica loro le sue ultima volontà, dà gli ultimi consigli. E poi se ne va in pace. Se per caso muore con gli occhi rivolti verso il muro e non verso la gente,allora vuol dire che non è morto in pace. Subito dopo cominciano le grida e i pianti. Piano piano la notizia viene comunicata a tutti. Ci si riunisce per preparare le cerimonie di sepoltura che dureranno per una settimana. Nel frattempo cominciano ad arrivare le persone che preannunciano la loro presenza, gridando. Porgono le loro condoglianze ai parenti, portano qualcosa da mangiare e da bere che poi condividono. I parenti più stretti si vestono in un modo che esprime il lutto, perché la morte ha portato disordine nella vita. Solo dopo la sepoltura potranno vestirsi di nuovo bene. Ogni giorno ci sono le visite e alla sera, c’è sempre una veglia: di preghiera, di canti, di racconti sulla vita del defunto. Naturalmente si mangia e si beve si rimanere in forza. Nel frattempo il defunto è stato portato nella camera mortuari dell’ospedale, da dove il giorno del seppellimento sarà riportato in paese. Nella casa del defunto viene preparata la stanza dove verrà deposto e lì vicino la tomba dove verrà sepolto. Si contatta il carro funebre,quelli che preparano le corone di fiori, quelli che fanno le sciarpe e le foto del defunto. Insomma è tutta una organizzazione che si mette in moto(e che costa molto). Senza dimenticare di preparare da bere e da mangiare per tutti quelli che verranno per la cerimonia funebre. Quando è venuto il giorno dell’addio, il corteo funebre si muove all’ospedale. Davanti a tutti qualcuno che sostiene la foto del defunto, dietro tutti i familiari con un vestito fatto fare per l’occasione, la vedova vestita di bianco, il carro funebre, poi la banda musicale e dietro amici e conoscenti che cantano e pregano e che…commentano. Finalmente si arriva alla casa del defunto. Viene adagiato sul letto funebre. Se è cristiano si fa una celebrazione della parola o la messa. Alla fine, i responsabili della famiglia chiamano alcune persone per delle testimonianze sul defunto. A volte, si corre il rischio di rivangare delle vicende poco positive. Ma generalmente, si riesce a bloccare questo tentativo di appiccare il fuoco sul passato. Poi viene portato nella tomba. A volte, lo si seppellisce in una stanza della casa. Normalmente è nel cortile o vicino alla casa, in un luogo recintato da foglie di banano. Vengono fatte le cerimonie tradizionali. Viene anche accettato che il sacerdote benedica la tomba. Si canta, si prega. E poi, tutti quelli che sono venuti, potranno condividere il pasto. La morte è un momento di passaggio. Si dice che “i morti non sono morti”, ma sono presenti tra di noi. Certo si piange, ma ora si deve ridere, fare festa per esorcizzare la morte. Poi tra un po’ di anni (se ci saranno i soldi) si faranno “i funerali”, cioè il defunto entrerà definitivamente nel mondo degli antenati. Ma questa è un’altra storia. Un’ultima cosa. Vi capiterà di sentire questa domanda: ”Come è andato il funerale?” e vi verrà risposto: “Bene, grazie”.