Pagani: Tonino Esposito, vittima della lupara, da non dimenticare

Tonino Esposito Ferraioli venne  ucciso da un colpo di lupara il trenta agosto 1978 in via Zito , a Pagani, appena sceso da casa della fidanzata. Nel luogo in cui cadde,  ora c’è una targa che lo ricorda come vittima della camorra.   L’inchiesta sulla sua esecuzione è stata più volte riaperta sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Biagio Archetti. Sono passati trent’anni, ma Tonino è ancora vivo, nel ricordo di un’intera comunità, che non senza ostacoli porta avanti un difficile lavoro di memoria collettiva.  Il fascicolo d’indagine è passato di mano in mano tante volte, con diversi procuratori della direzione investigativa antimafia salernitana che nel tempo si sono succeduti a coordinare le attività di riscontro: da Filippo Spiezia a  Vincenzo Di Florio,  partendo dal dottor D’Alessio che per primo decise di riaprire il caso dopo aver raccolto le dichiarazioni di Archetti. Ancora oggi riecheggiano quei silenzi, quel clima di impunità, quelle connivenze che impedirono l’individuazione dei colpevoli. Era il 1978, dopo due anni sarebbe toccato al sindaco Marcello Torre, con un altro agguato di stampo camorristico. Ma per Tonino, sindacalista impegnato per combattere la camorra delle mense, quella che rifilava cibo d’accatto ai lavoratori della Fatme, qualcosa non quadrava fin da subito:  La città ha sempre saputo ricordò il segretario cgil Fausto Morrone appena qualche anno  fa    senza mai parlare”.   La  Cgil era costituita anch’essa parte civile al processo.   Allora i fascicoli rimasero vuoti, tutti contro ignoti, nonostante nomi e circostanze fossero di dominio pubblico.  Sul territorio esiste da anni un’associazione che porta il suo nome e che ha istituito un premio concentrato sul valore della sua testimonianza, rivolto ai giovani e alla necessaria, costante  opera di ricordo e memoria. Ora è pronta a prendere vita sul palco , ispirata liberamente alla sua vita, ‘a fetenzia , storia di un omicidio impunito.