Salerno: stagione lirica Teatro Verdi

Con la regia di Michele Mirabella e la direzione del Maestro Antonino Fogliani si alza il sipario del Teatro Verdi sul L’Elisr D’amore di Gaetano Donizzetti. La prima dell’opera è prevista per mercoledì 26 maggio 2010 ore 21.00, venerdì 28 maggio 2010 ore 21.00, domenica 30 maggio 2010 ore 18.30. L’Elisir d’amore torna al Teatro Verdi nei giorni di martedì 8 giugno 2010 ore 21.00, giovedì 10 giugno 2010 ore 21.00, sabato 12 giugno 2010 ore 21.00 con la direzione del Maestro Daniel Oren e la partecipazione di Matteo Macchioni nel ruolo di Matteo Macchioni nel ruolo del protagonista Nemorino. L’Elisir d’amore. Melodramma giocoso (“Opera comica”) in due atti. Libretto di Felice Romani dal libretto Le Philtre di Eugène Scribe. Musica di Gaetano Donizetti. Prima rappresentazione: Milano,Teatro della Canobbiana, 12 maggio 1832. Nel realizzare tale opera che costituisce il suo primo capolavoro in campo buffo in cui si definisce una personale cifra stilistica rispetto al dominante modello rossiniano, Donizetti potè usufruire dell’ottimo libretto di Felice Romani, garbato ed elegante, fluido nella conduzione della vicenda pervasa da una vena sentimentale, con personaggi genuini e ben tratteggiati. Siamo nel periodo romantico e dunque, al di là degli aspetti buffoneschi dell’intrigo, i sentimenti dei personaggi risultano in primo piano come si evince dai brani esemplari “Adina credimi” nel finale primo e dal famosissimo “Una furtiva lagrima” del secondo atto, entrambi affidati al personaggio di Nemorino (tenore). È tale vena sentimentale a differenziare lo stile comico di Donizetti da quello di Rossini, collegandosi piuttosto al genere ‘larmoyante’ di origine francese ed è in una specifica individuazione melodica dei personaggi infatti che si compie la loro “umanizzazione”. Così avviene per Nemorino consegnato a un canto “spianato” e non più melismatico che inaugura la vocalità del “tenorino di grazia” e per Adina che passa dal canto fiorito del duetto del primo atto “Chiedi all’aura lusinghiera” in cui è ancora preda dei suoi capricci di ragazza, alla cantabilità malinconica dell’aria conclusiva “Prendi per me sei libero”. La vicenda dell’opera è una storia d’amore tra il semplice Nemorino e la bella Adina in un primo momento resistente e decisa a sposare il tronfio sergente di guarnigione Belcore. Come nella storia di Tristano e Isotta che Adina legge in scena nel primo atto, Nemorino, per ottenere l’amore della sua bella, ricorrerà ad un filtro magico propagandato ciarlatanescamente da Dulcamara, unico personaggio ricollegantesi anche nello stile di canto ad una tradizione schiettamente buffa con le sue ridicole e verbose sillabazioni mentre il canto è in orchestra. Ma è per altre vie che la storia riceverà il suo scioglimento umano conducendo Adina a corrispondere all’amore di Nemorino. Sullo sfondo vi è l’ambiente contadino di un villaggio del paese dei Baschi, musicalmente espresso dal coro che incarna la dimensione collettiva, cassa di risonanza dei sentimenti individuali, non diversamente dallo sfondo contadino della Sonnambula belliniana, il tutto ricevendo ulteriore risalto dalla raffinata orchestrazione donizettiana in cui è da notare un uso particolare dei legni e di altri timbri strumentali con effetti spesso volti all’esaltazione delle linee vocali.