Il Vangelo della Domenica commentato -Abbazia Della Scala

Pentecoste: Lo Spirito Santo v’ insegnerà ogni cosa Gv 14,15-16.23-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.  Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

“Parola del Signore”  “Lode a Te, o Cristo” Pietro Bonifacio Carparelli obl–osb
 
Padre Antonio Cassano

Dopo aver vissuto la pasqua di resurrezione del Signore Gesù, la Chiesa, la comunità dei credenti, noi, torniamo a riflettere sulle parole che il Maestro ci ha lasciato prima di affrontare la sua passione e morte. Durante l’ultima cena Gesù dice ai suoi qualcosa di ovvio: Se mi amate, osserverete i miei comandamenti e se uno mi ama, osserverà la mia parola. Ovvia perché è caratteristica propria di chi ama quella di ascoltare le parole dell’amato, di ritenerle preziose. Chi ama, infatti, è volto completamente verso l’amato e non lascia cadere a vuoto nessuna delle parole che ascolta. L’affermazione di Gesù è dunque ovvia, ma nello stesso tempo indicativa, poiché il Maestro dà modo ai suoi discepoli di valutare da se stessi quanto amano, ossia nella misura in cui sono capaci di ascoltarlo; infatti aggiungerà: chi non mi ama, non osserva le mie parole. L’amore che avranno mostrato verso di lui, ascoltandolo, avrà una conseguenza: il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. La conseguenza dell’ascolto è la risposta d’amore: il Padre e il Cristo andranno da lui. “Amor con amor si paga” affermava un antico detto e la sposa del Cantico dirà “Io sono per il mio amato e il suo desiderio è verso di me. Il sentimento d’amore fa dunque abitare gli amanti uno nell’altro, nei loro pensieri, nei loro desideri e lo stesso atto coniugale, in ambito umano, cos’è se non l’abitare l’uno nell’altra? Questo nell’ambito umano e’ in quello divino, tra il Padre, Cristo e il credente? Paolo dirà con un esempio forte ma eloquente, che in modo analogo avviene così anche in ambito divino. Scrive, infatti, alla comunità di Corinto mentre la rimprovera dell’infedeltà al Signore: Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è detto – diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito (1Cor 6,16-17). Dunque c’è unione anche tra il credente e il Padre e il Cristo, unione analoga, sì, ma non meno reale di quella umana tra lo sposo e la sposa, tanto che Paolo la porterà come modello di riferimento per il matrimonio: E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito (Ef 5,25-33). L’unione tra il Padre, Cristo e il credente è quindi reale e la diremo mistica per distinguerla da quella tra un uomo e la sua sposa, e per mistica s’intende l’esperienza diretta per via intuitiva, sensibile, che il credente fa del divino. Come avviene? Continua Gesù: io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Attraverso il Paràclito avviene l’unione. Ripete Paolo alla comunità di Corinto: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? E cosa è lo Spirito di Dio? L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Lo Spirito di Dio è lo Spirito Santo che è poi lo stesso amore di Dio per noi e in noi, che in maniera non comprensibile alla nostra ragione, si personifica, è Persona come lo sono il Padre e il Figlio Gesù Cristo, infatti: lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Quando avverrà questa presenza dello Spirito Santo in noi, quando questa unione? In realtà l’abbiamo già ricevuta nel battesimo, nel quale Dio ci ha adottati, ci ha resi suoi figli e fratelli di Cristo e tempio del suo Spirito. È un dono questo, ossia la relazione che ha voluto con noi. E come ogni relazione, in particolare ogni relazione d’amore, occorre che sia coltivata per continuare a essere viva. Come? Rispondendo all’amore, sentendoci figli di Dio e fratelli di Cristo e dimora dello Spirito Santo, per vivere di conseguenza. Come suggeriva santa Chiara d’Assisi[i] in conclusione della sua benedizione: Il Signore sia sempre con voi, ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui. Amen.