14 domande a Bianca Fasano, perché si abbandona il cartaceo per il virtuale?

Quattordici domande a Bianca Fasano, passata dalle pubblicazioni cartacee agli ebook. Dieci libri pubblicati in cartaceo, adesso gli stessi in ebook.

D) Perché si lascia il cartaceo per il virtuale’? R) Ho pubblicato con qualche editore piuttosto serio, libri in cui credevo, non con Mondadori, ovviamente. Oggi i miei ebook vengono venduti anche dalla Mondadori, pur se non è il mio editore. D) Quanto costa pubblicare un cartaceo? R) In teoria non molto, specialmente se si pubblicano poche copie per volta. Ma il problema non è questo. Per quanto non se ne parli tanto, i costi di raggiungimento dei punti vendita (distribuzione, promozione, librerie, gestione delle rese) assorbono circa il 62% delle spese su di un libro. Quello che non viene mai o quasi mai conteggiato da chi pubblica con un editore perché la distribuzione non avviene. Si conteggiano soltanto i costi fissi, sommati ai costi redazionali (che riguardano, in buona misura, il costo del lavoro di stampa e la fiscalità), queste spese rappresentano soltanto dal 15 al 28% delle spese di pubblicazione (i diritti d’autore, rappresentano soltanto il 10% della spesa, i costi di carta e stampa gravano solamente per  un 8%. In teoria un libro, per chi lo stampi, ha costi molto bassi, ma infine l’autore si ritrova in mano dai 500 ai 1000 libri a costi elevati, e per farli leggere tenterà molte strade. Tutte piuttosto deludenti. D) Chi legge, chi ha letto, i suoi libri? Come li ha distribuiti? R) Le ho provate tutte: girando per le librerie, presentandoli in tutte le occasioni possibili. Il numero maggiore di lettori sono quelli a cui li ho regalati, comprese le biblioteche più quelli venduti, di persona o attraverso un editore. Per non farli morire negli scatoloni. D)  Tutti gli autori nella stessa situazione? R) Assolutamente no. Vi sono autori pubblicati da editori che tengono per sé i libri e ne stampano giusto le copie necessarie a venderli nelle occasioni propizie: presentazioni di vario tipo, tra cui nelle scuole e qualsiasi altra possibilità trasformi un libro nel suo valore in denaro. Vi sono quelli che hanno trovato un editore forte. D) Perché non ha usato questo sistema? R) L’editore “forte” è raro. Non avere copie per me è triste: tutto sommato mi piace potere distribuire i miei libri e che siano letti. Gli ebook sono in giro per il mondo virtuale senza che io me ne debba interessare. Costano poco, esistono, virtualmente sono leggibili in ogni occasione. Forse gli ebook sembreranno anche “meno pesanti” ai giovani che li ritroveranno sui loro cellulari. D) Crede nella vendita degli ebook? R) E’ un tentativo, in negativo e in positivo: 1) vi sono molte complessità sotto il profilo del controllo sulle effettive vendite, ma vi sono anche nelle vendite dei cartacei; 2) Per quanto la somma dopo la quale si possono ricevere incassi sia molto bassa (si aggira tra i 20 euro a salire), non è affatto facile raggiungerla con vendite che rientrano tra gli 0.99 e i 2.50 euro, con le percentuali destinate alle agenzie che ti permettono l’autopubblicazione 3) Se non costa nulla (ammesso che l’autore sappia usare le tecniche necessarie), perlomeno sai che nessuno potrà chiederti: -“dove sono i tuoi libri?”- Perché ci sono, anche se virtuali. D) Secondo lei esiste la possibilità di realizzare un  best seller, anche se virtuale? R) Esiste, ma non è detto che sia la strada da scegliere. Intervistando in un passato remoto per il giornale “Roma”, il grande Giorgio Bassani, mi chiese: -“A quante persone vorreste piacere con un vostro libro?”- La risposta è difficile. Piacere a tanti e vendere moltissimo è certo una cosa che tenta (difficile/impossibile quanto sia). Ma quanti libri divenuti best seller vorrei avere scritto io? D) Qual è la ricetta? R) Mondadori non dovrebbe essere “soltanto” la mia “STORE”, laddove l’editore resto io. Dovrebbe essere la mia casa editrice. Lei o un’altra tra le più forti sul mercato appartenenti a forti gruppi. D) Quante ne conterebbe? R) Parliamo di grandi gruppi che possiamo contare sulle dita di una sola mano. D) In che modo riescono ad esserlo? R) Non essendoci valide politiche antitrust che limitino la concentrazione dei poteri, controllano la filiera: le case editrici; si possono permettere la distribuzione, la promozione, la presenza degli autori nelle catene librarie, nei negozi on line e la pubblicità su quotidiani e periodici, senza dimenticare canali e produzioni radio, sia televisivi che cinematografici, sia che su carta e on line. D) Lei non ritiene di avere possibilità in tal senso? R) NO. Dovrei rispondere alla domanda. Perché? Confesso che la risposta è davvero complessa. D) Chi compra i best seller? R) Facendo statistiche, specialmente attuali, si giunge alla triste conclusione che generalmente chi legge acquista da uno a due libri in un anno. Questo significa che per essere un best seller si deve essere in grado di fare sì che proprio QUEL libro sia comprato, da una infinità di persone. D) In che modo? R) Provo a rispondere: Pubblicità che conduca il lettore a pensare al libro come un desiderio da esaudire. Passaggi televisivi e robuste campagne pubblicitarie, come per un qualsiasi prodotto, dal detersivo all’automobile. Un investimento enorme per rendere sicuro una fetta di mercato pari al 20%; Mondadori non ha deciso di investire su di me e quindi mi accontento di sapere che sto tentando nuovo spazi. In ogni caso l’equivalente cartaceo dei miei’ebook esiste. Questo mi rassicura. D) E’ soddisfatta della sua “carriera” di scrittrice? R) No. Ma non posso pretendere molto in un tempo in cui i grandi della letteratura sono sulle “bancarelle” venduti sotto costo e, a detta di molti, ci sono in Italia più scrittori che lettori. Stiamo a vedere!– Facciamo i nostri migliori auguri alla nostra scrittrice e al mondo della letteratura. Angelo Buonarroti.