Regione: Galdi, le catene e il falso obiettivo

Aldo Bianchini

Io non ci credo. Qualcuno potrà anche pensare alla costruzione di una storia da fantapolitica ma, ripeto, non ci credo. Non credo cioè al fatto che il neo sindaco del Comune di Cava de’ Tirreni sia andato ad incatenarsi davanti la sede della Regione Campania di Palazzo Santa Lucia a Napoli. Non ci credo perché il gesto, seppure mediaticamente eclatante, mi appare assolutamente fuori luogo e prematuro rispetto ad una eventualità che probabilmente on accadrà mai. Parlo, ovviamente, della chiusura del presidio ospedaliero di Cava de’ Tirreni. Figurarsi se, in un Paese o in una Provincia dove non viene chiuso neppure i presidi di Sant’Arsenio o di Roccadaspide e non vengono unificati quelli di Pagani e Nocera (per non dire Scafati), potrebbe mai essere chiuso un presidio ospedaliero come quello di Cava che storicamente ha anche segnato diversi punti a favore di una “medicina eccellente” in diverse branche dell’attività sanitaria. Una soluzione, quindi, prima o poi sarà trovata. E se soluzione ci sarà, perché inscenare una protesta così eclatante verso (non dico contro!!) un’amministrazione amica appena eletta, non ancora insediatasi e proprio nei giorni in cui il neo Presidente cerca di denunciare la cattiva gestione del passato e di ricevere assicurazioni sul futuro. Mi sembra, quella di Marco Galdi, una sorta di minority-report, ovvero un processo al pensiero ed alle intenzioni del nuovo Governatore a pochi giorni dall’insediamento del Consiglio e della nomina degli Assessori. Forse è proprio qui la chiave del mistero. Una voce pesante in questi giorni mi ha colpito, la voce è quella dell’on. Pasquale Vessa che dopo l’imboscata subita ad opera di Alberico Gambino e Nicola Cosentino (allora amici della Carfagna) si era del tutto defilato dalla scena politica salernitana fin dal maggio del 2008. Vessa, con semplicità, ha bacchettato Galdi suggerendogli di andare a protestare sotto casa di Bassolino (autore dello sfascio sanità) anziché sotto la regione che non è neppure in carica effettiva. Ma allora, mi chiedo, perché Marco Galdi (ottimo stratega politico) si è fatto incatenare sotto Palazzo Santa Lucia? Una delle spiegazioni più logiche potrebbe essere ricercata, probabilmente, proprio nella composizione della nuova giunta regionale dalla quale rischia di rimanere fuori il “gruppo Cirielli”. Un paio di mesi fa lo avevo già scritto, Cirielli potrebbe fare cappotto in provincia di Salerno ma rimanere fuori dalla giunta regionale con grave nocumento al progetto politico del Presidente della Commissione Difesa. Visto e considerato che il suo “uomo di fiducia” Gambino è stato azzoppato dal Ministero a causa della condanna in appello, a Cirielli non rimarrebbe che Giovanni Romano. Ma Romano fino a che punto risponde a Cirielli e quanto, invece, agisce di testa sua? Difficile rispondere, posso solo dire che Romano, ormai da mesi, è assente da tutte le manifestazioni o conferenze importanti della Provincia ed anche del suo assessorato all’ambiente. E questo è un fatto incontestabile. Se a ciò aggiungiamo che a salire le scale della regione sarà la Paolino (moglie di Aliberti) i giochi mi sembrano fatti nell’ottica della controffensiva di Mara Carfagna (spalleggiata anche dall’on.Vessa) che qualche punto a suo favore dovrà pur metterlo a segno se, come sembra, punta decisamente ad occupare la poltrona di sindaco di Napoli. Ed ecco allora apparire sulla scena il sindaco di Cava de’ Tirreni quasi come ad “avvertire” in maniera preventiva il governatore Caldoro di non commettere “atti impuri” per la composizione della Giunta. Politicamente parlando, s’intende!! Insomma Caldoro è avvertito, la provincia di Salerno è pronta a scatenargli contro intere comunità, e non soltanto per questioni di natura sanitaria. E la Provincia di Salerno, oggi come oggi, la governa solo e soltanto Cirielli. La situazione che ho prospettato potrebbe anche essere il frutto di pura fantasia, anzi non escludo che lo sia, ma la realtà di un PdL sfasciato nel quale ognuno opera per i fatti suoi è sotto gli occhi di tutti. E capisco anche l’eventuale arrabbiatura del presidente Cirielli che dopo aver stravinto in provincia sulla Carfagna potrebbe ritrovarsi completamente fuori dalla Regione, ma di questo lo avevo avvertito in tempi non sospetti. I prossimi giorni saranno decisivi per la manifestazione aperta di tante verità che potranno segnare le evoluzioni future dello scenario politico anche per il Comune di Salerno a circa un anno dalle elezioni amministrative. E scusate se è poco.