Salerno Porte Aperte: Maggio dei Monumenti

L’Associazione Corporazione delle Arti e delle Tecnologie con il patrocinio del Comune di Salerno – Assessorato al Turismo ai Beni Culturali e alla Portualità Turistica, la preziosa collaborazione del MMMAC – Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea, della Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d’Arte Contemporanea e dell’Associazione Seventh Degree dell’Università degli Studi di Salerno presenta, per le manifestazioni di Salerno Porte Aperte 2010 – Maggio dei Monumenti – la mostra collettiva Avventure Minime. Miocinesia nell’arte d’oggi, a cura di Antonello Tolve. «I rimasugli del poeta, lo spartito incompleto di un compositore, il modello di una scultura, il disegno preparatorio o il semplice schizzo lasciato su un foglietto qualsiasi e magari approntato su un tram, in treno, nella sala d’attesa di un aeroporto, durante la fila che si fa per pagare la bolletta di turno in un ufficio postale. Caratterizzato da un gesto fulmineo e a volte frenetico», suggerisce Antonello Tolve nel testo in catalogo, «lo schizzo rappresenta il mondo embrionale e sotterraneo dell’arte che fa i conti con un atteggiamento miocinetico, basato, cioè, su un sistema psichico incompleto o, quantomeno, non così dettagliato come quello trattato dal raziocinio e dalla rielaborazione e organizzazione di tutti quei materiali primari che caratterizzano una molteplicità di condotte cotidiane. Tutti quei segni che maltrattano un volume, quei segni lasciati tra le righe o ai margini di saggi, romanzi o raccolte poetiche (trattini, freccette, parentesi, piccole v, stelle e crocette) che, oltre a disegnare una vera e propria segnaletica in cui l’artefice ritrova una personalissima geografia, rendono caratteristico il libro. Tutte quelle parole, quei cerchietti, quadratini, quei triangolini e quei segni decisamente automatici che lasciamo su un foglietto, su uno scontrino, su un post-it, al termine di una telefonata. Tutte quelle pseudoforme insignificanti che produciamo quotidianamente e buttiamo regolarmente nel cestino della carta perché inutili e inutilizzabili (ma tuttavia figli di un appagamento momentaneo). Sono esperienze psicomotorie (impulsi fulminei) che, se da una parte si presentano come involontarie azioni autoterapeutiche perché svolgono un’attività appagante e dunque non trasformano il desiderio e l’impulso elementare in una frustrazione o in un insuccesso, dall’altra disegnano un vero e proprio scenario interiore il più delle volte incomprensibile al suo autore».«La gestualità impura, lo scarabocchio, il ghirigoro, la macchia o lo sgorbio che molte volte l’artista reputa inutile e decisamente secondario rispetto ad opere elaborate con cura (anche in vista di un loro ingresso nel mercato dell’arte) è, in molti casi, il primus movens di un discorso che troverà soltanto successivamente una reale conformazione, una reale compilazione, un reale raziocinio. Miocinesia nell’arte d’oggi vuole essere un omaggio a Gillo Dorfles, e precisamente ad un ambito del suo pensiero che, per la forte coincidenza tra la pratica critica e quella pittorica, ha individuato nei collassi della ragione o nei flussi dello sgrammaticato la rivincita di un potere magico e mitico centrale nella produzione artistica di ogni tempo».«Senza alcuna pretesa di essere esauriente o minuzioso nelle sue forme, lo schizzo si pone, così, tra le maglie dell’arte e della sua storia (delle sue storie), come fonte di studio tenacemente connessa all’intenzione dell’artista. Di dimensioni ridotte e di rapida esecuzione, questa forma fetale è un’impressione che si pone, paradossalmente, come un non finito compiuto. In altre parole, quello che definiamo come schizzo riassume al suo interno – in uno spazio che sottolinea, appunto, la velocità dell’esecuzione – ciò che è necessario e sufficiente per fornire una determinata informazione. Così, tutte quelle linee intime che sviluppano su ogni tipo di superficie le forze creatrici dell’artista, linee preverbali e pregrammaticali in cui è possibile individuare appieno il senso investigativo e la libertà espressiva dell’artista fanno del materiale minimo una vera e propria modalità estetica presente in ogni attività artistica e non».