La storia moderna e la storia dei rapporti intimi
Maurizio Manzo
Per migliaia di anni l’umano bisogno di connessione, cioè di vincoli forgiati dall’amore, dalla fiducia, è stato distorto e soffocato, ma ha sempre trovato miracolosamente il suo adempimento. Soltanto nei tempi moderni, il forte desiderio umano di connessione comincia a ritrovare rilievo nella collettività. Nel diciottesimo secolo il filosofo della “democrazia politica” Jonh Locke, propose di sostituire con governi liberamente scelti le monarchie autocratiche; nello stesso secolo il filosofo del “capitalismo” Adam Smith propose la “mano invisibile” del libero mercato come modo per porre fine al controllo economico dall’alto. Nel diciannovesimo secolo gli artefici del “socialismo scientifico” Karl Marx e Friedrich Engels scrissero di un tempo in cui lo Stato medesimo si sarebbe vanificato e tutto il potere sarebbe finito nelle mani del popolo; nello stesso secolo Frederick Douglass, Sojourner Truth, leader della lotta contro il razzismo, contestarono l’idea che razze superiori potessero dominare, sfruttare, schiavizzare razze inferiori. Ancora Elisabeth Cady Stanton, Hedwig Dohm, Matilda Joslyn Gage, Emmeline Pankhurst, importanti filosofi del moderno femminismo scrissero di una società in cui la metà femminile e la sua metà maschile dell’umanità non sarebbero più state costrette in gerarchie di dominante-dominato; i movimenti “abolizionisti”, “pacifisti” del diciannovesimo secolo e i movimenti “antialcolisti”, per la pace, per i diritti civili, delle donne del ventesimo secolo condivisero l’obiettivo di costruire sistemi di relazioni liberi dal predominio e dallo sfruttamento. Altrettanto hanno fatto i movimenti settecenteschi, ottocenteschi, novecenteschi a favore di un matrimonio più egualitario, che prevedesse il divorzio per le coppie senza figli e se gli stessi lo chiedevano; come lo scontro e opposizione alle tradizioni che prevedevano castighi e punizioni dolorose che venivano inflitte ai bambini.