Vita di Missione: non si danza mettendo i propri piedi su quelli degli altri

Padre Oliviero Ferro

Noi sappiamo che gli africani hanno la danza nel sangue. Basta che voi sentiate un po’ di musica e c’è subito qualcuno che si mette a danzare,grandi e piccoli. La domenica è bellissimo vedere le mamme che danzano con i loro bambini piccolissimi. La musica porta il corpo in un mondo meraviglioso e non si può restare fermi. Il tamburo e altri strumenti ci portano a muoverci, a far ondeggiare il proprio corpo,senza curarsi delle eventuali critiche di chi ci guarda. Anzi è strano vedere qualcuno che rimanga fermo. Forse è sordo… Ognuno danza con quello che ha. Non può chiedere agli altri di danzare al suo posto. Ognuno cammina con i suoi piedi,prende le sue responsabilità. Non può restare a guardare e dire altro “ti pago,danza al mio posto”. E’ impossibile. Ognuno ha ricevuto da Dio tanti doni e non può lasciarli nascosti. Certo la danza di ciascuno non è uguale a quella dell’altro. Ognuno la interpreta secondo le sue capacità,ma deve danzare. Gli spettatori non sono previsti. Ognuno segue il ritmo del tamburo. Anche se è vero che se cambia chi suona il tamburo,cambia la danza, ognuno deve danzare. Non può restare a guardare. Ognuno,bianco o nero che sia,danza con i suoi colori e valori. Ed è bello mescolare le danze,senza pensare che la propria è la migliore. Ognuno porta qualcosa di speciale che condivide nel cerchio della vita.