La pax benedettina

La nascita della nostra seconda nipotina nel mese di marzo scorso a cui i genitori hanno voluto tenacemente dare il nome di Benedetta e la trattazione che nello stesso tempo facevamo ai nostri alunni della figura del santo di Norcia non poteva non  spingerci  ad approfondire la figura di quest’uomo.  La stiamo ancora meditando. Nella serata di martedì 27 aprile 2010 il programma televisivo Matrix ha fatto ripetutamente vedere la scena del trasferimento dalla Questura di Reggio Calabria al carcere del superboss della ndrangheta Giovanni Tegano poche ore prima arrestato. Davanti alla Questura una folla di oltre un centinaio di persone applaudiva non ai poliziotti ma ad un uomo accusato di omicidi, usura,  estorsioni, associazione a delinquere di stampo mafioso, catturato dopo una latitanza di 17 anni.  Tegano mentre entrava nell’auto della Polizia salutava sorridente i suoi “fans”. Tra questi una donna gli gridava: Uomo di paceee…! Uomo di paceee…! Perché mi sono chiesto (e mi chiedo ancora) quella donna chiamava così un superboss ? Qual era la pace che aveva dato a lei e ai suoi seguaci? L’imperatore Augusto pacificò una Roma dilaniata da guerre civili e fu la Pace Augustea. Fece erigere l’ Ara Pacis, l’ Altare della Pace,  un monumento del quale il desiderio di una sua maggiore  fruibilità da parte della gente  sta ultimamente togliendo il sonno al sindaco di Roma Alemanno. Ma la Pace Augustea finì. L’Impero Romano finì. Sulle rovine dell’ Impero Romano d’Occidente vagì un bambino che avrebbe dato ad un’ Europa ricca di Vandali, Burgundi,  Visigoti, anch’egli una pace. Non c’è  un’ Ara Pacis con cui volle fosse ricordata la pace che intendeva dare agli uomini, ma i primi benedettini, i monaci che lo videro e ascoltarono, vollero, alla sua morte, la parola Pax come loro motto. Prima che nel saluto francescano “Pace e bene”  la parola Pace era già nel saluto benedettino. Le tre lettere con cui si indica questo termine in latino sono scolpite sulle mura dell’ Abbazia di Montecassino e di numerose abbazie benedettine nel mondo. Sono in un logo da noi trovato in internet ieri  [ Saints SPQN. com ] ( vedi immagine) sulla vela di una nave che trasporta benedettini diretti a diffondere la spiritualità del santo di Norcia oltre  l’Europa. Benedetto non era un guerriero, né un imperatore, né un superboss ma dopo 1500 anni dalla sua morte in ogni manifestazione in ogni convegno in cui viene celebrato lo si definisce Uomo di pace. La pace di S.Benedetto nasce da una vita di lavoro e di preghiera, con i tempi ben distribuiti. Un lavoro nei campi, a contatto con la natura. Una vita non frenetica. Nessuna corsa al danaro o al potere. Un’unica “corsa”… a possedere se stessi. Niente deve turbare l’uomo se non il male che commette. Anche il sonno dev’essere tranquillo. Perché  vizi e paure non allignassero di notte nei monasteri prescrisse (capitolo 22 della sua Regola): «Se possibile, vi sia per i monaci un unico dormitorio; se impossibile, per il gran numero, i monaci dormano in gruppi di dieci o di venti, sotto la vigilanza dei decani, in un locale dove resti sempre acceso un lume fino al mattino. Dormano vestiti, con al fianco una cintura o una corda ma senza coltello, perché non abbiano a ferirsi durante il sonno e così siano sempre pronti, perché appena dato il segnale si levino e si affrettino senza indugio all’ opera di Dio».

Antonio Adinolfi