Salerno: riaperta la sezione detentiva al “Ruggi”

Il Direttore Generale degli Ospedali Riuniti di Salerno “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona”, dott. Attilio Bianchi, ha ufficialmente, dopo circa sei anni di ristrutturazione e messa a norma, riaperta la sezione detentiva, il reparto ospedaliero riservato ai detenuti, ed in particolari ai detenuti provenienti dalla casa circondariale di Fuorni – Salerno. Nel ringraziare il Direttore Bianchi per l’ attenzione da lui dimostrata, fin dalle prime ore, nei riguardi dell’ iniziativa nonviolenta dei radicali dell’ Associazione “Maurizio Provenza”, del digiuno intrapreso il 12 Aprile da Donato SALZANO, Segretario dell’associazione radicale“Maurizio Provenza” e Michele CAPANO del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, cui avevano aderito altri compagni radicali, e alla successiva visita ispettiva del 19 aprile scorso al penitenziario salernitano dell’On. Rita Bernardini. Da subito vigileremo sulla gestione e la continuità di assistenza, la riapertura della sezione detentiva al San Leonardo non rappresenta certo la vittoria dei radicali, ma della Casa Circondariale di Fuorni, quale Comunità Penitenziaria dei detenuti custoditi nell’illegalità e nel sovraffollamento, degli agenti anch’ essi reclusi tra le carenze di personale e strutturali, del personale amministrativo e sanitario di un penitenziario che nell’illegalità parrebbe al collasso, ma che riesce a rimanere prodigiosamente in piedi, forse perché queste comunità chiuse hanno una capacità di resistenza al regime violento italiano che ha dell’assolutamente prodigioso. Un doveroso grazie a tutti i compagni che ci hanno sostenuto in questa azione nonviolenta e gandhiana, a Rita Bernardini deputata radicale, a Lorenzo Longobardi della UIL PA Penitenziari, a Margaret Cittadino e Annamaria Naddeo della CGIL Sanità, a Gianfranco Ferrigno degli artigiani solidali CLAAI. Ciononostante è ancora possibile misurare la Civiltà di un Paese dalla condizione in cui mantiene le proprie carceri, purtroppo oramai forse irrimediabilmente un Paese senza “…………….” .