Barbie col velo bianco!

di Rita Occidente Lupo

Nozze e prole. Abito bianco e fiocco per bebè. Un allarme fragoroso quello lanciato dall’Unicef, evidenziando come l’infanzia, in molti Paesi del globo, ancora mutilata dal pancione. Spose-baby, con le Barbie ancora tra le braccia, prima di stringere il proprio figlio. Frutto di violenze, spesso tra le pareti domestiche, a rischio rapporti sessuali non protetti, figli spesso di stupri o di colpe non decise.  In taluni contesti, il desiderio del talamo nuziale, al di sotto della maggiore età, liberamente scelto. La geografia natale, muta a seconda dei meridiani: 64 milioni le donne, fra i 20 e 24 anni, coniugate minorenni in Asia meridionale e in Africa sub sahariana. Bandendo ogni maturità sentimentale. Ogni consapevolezza del ruolo genitoriale e della capacità di saper allevare. Dalla stagionata età, dei Paesi occidentali, dove alla carenza di posto fisso e dimora, s’associano le incertezze per il reddito pro capite non soddisfacente, alla povertà che abbrunisce l’altra metà del globo. E l’infanzia, con l’adolescenza, ancora una volta  tradotte nelle spire della violenza fisica e psicologica. I ceti più bassi, quelli ad accelerare le nozze, come traguardo vittorioso. Bruciando le tappe della crescita evolutiva, bypassando quelle della giovinezza, proiettate tante bambine, in uno status che spesso le ignora affettivamente: di qui, lo scappar via, credendo di compensare quell’affettività carente tra le pareti familiari.