I difensori della società

Giuseppe Lembo

 Non è certamente l’azione penale che può ridare quella dignità di etica condivisa ad una società travolta dal profondo malessere di uno stare insieme, purtroppo, caratterizzato da forti egoismi e per niente solidale. In questa confusa ammucchiata sociale, dove tutti gridano il proprio scontento, c’è, tra l’altro, una presenza straniera abbastanza considerevole, che  confusamente ed in mille modi, manifesta il suo profondo malessere. Stanchi di essere considerati “stranieri”, devono ogni giorno combattere contro il cannibalismo di un Paese che fa sempre più fatica a dimostrarsi solidale, civile e dal volto umano nell’accogliere l’altro, dalla mano tesa che chiede aiuto per non morire. Il Terzo Millennio ha ereditato dal passato un Paese reale, fortemente ammalato di burocrazia. Di burocrazia nel nostro Paese si muore; tutto è reso complicato; tutto è estremamente difficile. Anche le cose semplici hanno un corso complicato e difficile da risolvere; tanto, sia per gli italiani che per gli stranieri. In questa Italia da “babele”, con una politica-potere, sempre più delegittimata dalla gente che stenta sempre più a riconoscersi, in modo sconsideratamente arrogante, si è fatto avanti il potere dei magistrati che si sente investito dell’autorità di candidarsi al governo del Paese, indifferente di tutte le garanzie alla base del nostro sistema di rappresentanza politico/istituzionale. L’asfissiante burocrazia ed i poteri forti della malasocietà, diffusi soprattutto al Sud del Paese, fanno il resto. Che fare? Come uscire dal guado e ridare all’Italia quel volto umano e di società rinnovata con diffuse caratteristiche multietniche e multirazziali, dove il “diverso”, per razza, per colore della pelle, per lingua parlata e/o per religione professata, è da intendere come una risorsa umana e non come un insopportabile peso e quindi respinto come “cittadino” indesiderato. Dal “rifiuto” di un tempo ai processi di integrazione in atto, di strada se ne è fatta tanta. Il mondo sempre più globale, è abitato da un’umanità altrettanto globale. È rimasto indietro e fuori dal tempo della mondializzazione, il comportamento di chi ha il pensiero fisso al proprio egoismo di sé, al proprio campanile, al proprio territorio, ai propri contesti di appartenenza ristretti nell’ambito dei confini nazionali. Oggi siamo in un mondo sempre più senza confini; siamo in un mondo con leggi identitarie comuni per l’uomo della Terra che deve imparare a vivere tra gli altri uomini della Terra, in una società-mondo, allargata a tutta l’umanità ed in una Terra-Stato, dove a tutti, nel reciproco rispetto di regole condivise senza se e senza ma, deve essere permesso a tutti di vivere insieme agli altri;  di pensare insieme agli altri e di pensare al futuro che verrà. Partendo da Gandhi, da Martin Luther King e da Danilo Dolci (il Gandhi Italiano) c’è stato nel mondo un forte impegno di pensiero per costruire un mondo nuovo. Un mondo migliore per tutti; è possibile costruirlo non attraverso la “forza”, ma attraverso la nonviolenza e quindi la “pace”. Si tratta di una grande rivoluzione nonviolenta che, attraverso le vie della cultura, deve portare al raggiungimento di una diversa condizione delle diversità umane, dando a tutti la possibilità di vivere in pace ed in libertà e di godere di quei diritti civili uguali per tutti (libertà economica, politica e spirituale), per cui ciascuno deve lottare, senza mai smettere e senza mai arrendersi. Si tratta di diritti che rientrano nei principi di un’etica comune e condivisa alla base della dignità umana; li merita ogni uomo; spettano ad ogni uomo, proprio in quanto uomo. Fanno parte dei principi inalienabili della vita umana ed in quanto tali non appartengono a questa e/o a quella parte del mondo, a questo e/o quell’uomo della Terra, ma all’uomo universalmente inteso. Il mondo globale spostando la sua attenzione sulla centralità dell’uomo, deve agire insieme per un mondo libero (prima di tutto dal bisogno); è questo sogno, per i più impossibile, che può salvare il mondo, dove ancora povertà e razzismo sono i grandi mali contro cui si devono, con forza, ribellare le coscienze dei giusti. Partiamo da noi; ciascuno dentro di sé, pensi al grande sogno di un mondo nuovo, di un mondo diverso, dove con la forza della nonviolenza, si dovrà combattere per sconfiggere la povertà ed il razzismo e per pensare insieme ad un universo umano migliore, con al centro l’uomo capace di camminare insieme a tutti gli altri della Terra per costruire un mondo di pace.